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La distruzione creativa rilancia lo spirito imprenditoriale

Per Kristina Hooper (Invesco) gli investitori di lungo termine devono concentrarsi sull’innovazione che emerge dalla distruzione causata dalla pandemia

13 Ott 2020 - 14:55

La pandemia ha intensificato il processo di distruzione creativa, accelerando trend la cui evoluzione sarebbe prevedibilmente durata molti anni, anziché pochi mesi. A sostenerlo è Kristina Hooper, Chief Global Market Strategist di Invesco che si richiama al concetto sviluppato dall’economista Joseph Schumpeter. Secondo il quale la distruzione creativa è ‘il processo di mutazione industriale che rivoluziona costantemente la struttura economica dall’interno, distruggendo in modo incessante la vecchia, creandone in parallelo una nuova’.

GLI EFFETTI POSITIVI DELLA DISTRUZIONE CREATIVA
La strategist di Invesco non vuole certo minimizzare i devastanti effetti economici causati dalla pandemia, con un lungo elenco di imprese fallite e l’impennata della disoccupazione. I governi hanno il dovere di occuparsene per cercare di limitarne i contraccolpi sociali. Ma al contempo Hooper ritiene che ci siano le condizioni affinché possano svilupparsi economie più produttive e ricche, permettendo ai cittadini di beneficiare di prodotti nuovi e di qualità, settimane lavorative più brevi, posti di lavoro più confortevoli e standard di vita più elevati. Due importanti risvolti positivi si possono già oggi delineare: ESG e spirito imprenditoriale.

ACCELERAZIONE DELLE TEMATICHE ESG
“La pandemia e la conseguente recessione economica hanno evidenziato una crescente attenzione alle tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG). Una tendenza che può propiziare un’economia migliore e più ecosostenibile trasformando questa profonda recessione in un momento di distruzione creativa", riferisce l’esperta di Invesco. Una dinamica nella quale l’Unione Europea si candida ad un ruolo da protagonista con i leader del Vecchio Continente che si sono già dichiarati disponibili a destinare almeno il 30% del pacchetto di stimoli da 750 miliardi di euro a investimenti sostenibili nel quadro di misure volte a supportare la ricostruzione economica in ottica ESG.

INCREMENTO DELLE PICCOLE IMPRESE NEGLI USA
In parallelo, negli Stati Uniti, si registra un significativo aumento della creazione di piccole imprese. In parte probabilmente imputabile alla perdita di posti di lavoro ma con un numero di imprenditori decisamente maggiore a prima della crisi che potrebbe dipendere da cambiamenti positivi e dalla innovazione. Secondo l’US Census Bureau, dall’inizio del 2020 la creazione di imprese ha registrato finora un aumento del 96% su base annua. Il Birmingham Business Journal ha riferito che l’incremento delle domande di costituzione di imprese nello stato dell’Alabama sarebbe da ricondurre a soluzioni imprenditoriali innovative ai problemi creati dal Covid-19. Ancora più significativo il trend nel Michigan. L’anno scorso John Dearie, fondatore del Center for American Entrepreneurship, preoccupato per la penuria di nuove imprese, dichiarava che il calo delle percentuali di startup equivale in pratica a un’emergenza nazionale: i dati di agosto 2020 sulla creazione di nuove imprese nel Michigan ha segnalato un incremento del 123% su base annua, in gran parte iniziato a fine giugno.

UNA SERIE DI OPPORTUNITÀ DI CRESCITA FUTURA
“Dobbiamo essere pronti ad una qualche attenuazione della crescita economica e all’aumento dei contagi, almeno in alcune parti del mondo. Tuttavia, dovremmo evitare di essere eccessivamente pessimisti nei confronti dell’economia e dei mercati. Questa crisi sta creando un’ampia serie di opportunità di crescita futura e gli investitori con un orizzonte di lungo termine farebbero meglio a concentrarsi sull’innovazione che emerge dalla distruzione causata dalla pandemia”, conclude la strategist di Invesco.

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