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Inflazione, l'Istat: a ottobre vola a +11,9%, ai massimi dal 1984

Il carrello della spesa balza al +12,7% su base annua, l'aumento più alto dal 1983. Il Codacons: per le famiglie stangata da 3.655 euro

Inflazione, l'Istat: a ottobre vola a +11,9%, ai massimi dal 1984 - foto 1
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L'inflazione continua a crescere.

Secondo l'Istat, a ottobre l'indice nazionale dei prezzi al consumo registra un balzo del 3,5% su base mensile e dell'11,9% su base annua (da +8,9% del mese precedente). L'Istituto di statistica sottolinea che "bisogna risalire al marzo 1984 per un tendenziale dell'indice generale pari a +11,9%". La forte accelerazione si deve "soprattutto ai prezzi dei beni energetici (da +44,5% di settembre a +73,2%) e, in misura minore, ai prezzi dei beni alimentari (da +11,4% a +13,1%)".

 

 

Carrello della spesa al +12,7%, picco dal 1983 - Le stime preliminari di ottobre evidenziano l'aumento dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona da +10,9% a +12,7%, e quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto, da +8,4% a +8,9%. È necessario risalire a giugno 1983, quando registrarono una variazione tendenziale del +13%, per trovare una crescita dei prezzi del carrello della spesa, su base annua, superiore a quella di ottobre 2022.

 

Inflazione, cosa incide sul caro vita

 

Codacons: per le famiglie stangata da 3.655 euro - Il Codacons quantifica la stangata record per la famiglia "tipo" italiana, pari a +3.655 euro l'anno. Solo per gli alimentari (+13,5% a ottobre) un nucleo si ritrova a spendere in media +752 euro su base annua. "L'emergenza energia e il rialzo dei carburanti hanno avuto nell'ultimo mese effetti disastrosi sui prezzi al dettaglio, aggravando enormemente la spesa delle famiglie", spiega il presidente Carlo Rienzi. "Una situazione che ora fa scattare l'allarme sui consumi di Natale perché gli italiani, di fronte a un'inflazione record, saranno costretti a tirare la cinghia sugli acquisti legati alle prossime festività. Un danno enorme per il commercio e l'economia nazionale che il nuovo governo deve assolutamente evitare, disponendo subito il taglio dell'Iva sugli alimentari".

 

 

L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, "accelera da +5% a +5,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +5,5% a +5,8%". Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +12,5% a +17,9%), mentre rallentano di poco quelli dei servizi (da +3,9% a +3,7%). Si amplia inoltre in misura marcata, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,6% di settembre a -14,2%).

 

L'aumento congiunturale dell'indice generale è "dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni energetici regolamentati (+28,4%), degli energetici non regolamentati (+28,3%) e in misura minore a quelli degli alimentari non lavorati (+2,4%), degli alimentari lavorati (+1,7%) e dei beni non durevoli (+0,7%)". In calo invece, a causa perlopiù di fattori stagionali, i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei servizi relativi ai trasporti (entrambi a -0,8%).

 

 

L'inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8% per l'indice generale e a +3,7% per la componente di fondo, afferma ancora l'Istat. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 4% su base mensile e del 12,8% su base annua (da +9,4% nel mese precedente)".

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