SEGNO MENO

Piazza Affari chiude in netto calo: l'indice Ftse Mib cede il 3%

Frenata dell'industria tedesca e petrolio debole hanno causato la frenata sulle piazze finanziarie. In Italia sono ancora i bancari a trascinare giù il listino

05 Apr 2016 - 21:08

La Borsa di Milano chiude in netto calo. A Piazza Affari l'indice Ftse Mib cede il 3% a 17.109 punti, mentre il Ftse All Share perde il 2,86% a 18.775. Male anche gli altri listini europei, penalizzati da banche e auto: Francoforte finisce a -2,63%, Madrid a -2,44%, Londra a -1,19. Anche a Milano a perdere terreno sono soprattutto i finanziari: tonfo per il Banco Popolare, che chiude a -8%, a 4,91 euro.

Ma è stata una giornata pesante per tutte le Borse europee con gli operatori che si sono dovuti destreggiare tra vendite sul comparto dell'auto e i titoli legati alle materie prime, dopo il dato deludente sull'andamento dell'industria tedesca. Dati che rinnovano i timori sulla congiuntura economica. La piazza peggiore è stata Milano, in calo del 3%, in una seduta di passione soprattutto per il comparto bancario.

Le vendite si erano viste già nel mattino sui mercati del Far East: Tokyo ha perso il 2,4% con i titoli dell'export, seguendo i massimi da un anno e mezzo sul dollaro segnati dallo yen. La valuta del Sol Levante è decollata sulle indicazioni del governatore della Bank of Japan Haruhiko Kuroda che si è detto pronto a spingere ulteriormente i tassi in territorio negativo.

I bancari tremano sul Ftse Mib - A Milano il Banco Popolare, in particolare, ha scontato le incertezze sui valori dell'aumento di capitale ed è scivolato a nuovi minimi perdendo l'8% contagiando anche Bpm (-6,5%). Tutto il settore resta però debole, anche per le incertezze sulle sofferenze e i possibili interventi Bce. Ubi ha perso il 5,9%, Bper il 5,7%, Intesa il 4,3%. Ha aggiornato i minimi storici anche Mps, perdendo il 3,8%.

La locomotiva tedesca rallenta - In Germania a febbraio gli ordini di fabbrica sono scesi a sorpresa dell'1,2%, rispetto alle attese di mercato per un leggero rialzo. Il dato è stato vissuto come una doccia fredda dal mercato, e segno di un'incertezza imprevista sulla principale economia europea. Poco sostegno è arrivato poi dagli Usa Usa, con il dato debole dell'indice Pmi composite sui direttori acquisti dei comparti industriali e dei servizi. Sul fronte delle materie prime, intanto, il petrolio si è mosso sui minimi dell'ultimo mese, sui timori di una crescita delle scorte Usa (attorno ai 35,5 dollari al barile il greggio Wti). Mentre l'oro, bene rifugio per antonomasia, è salito dell'1,% portandosi a 1,228 dollari l'oncia.

Frena anche il settore auto - Tra i titoli dell'auto in Europa ha pesato anche il tonfo di Peugeot, scesa del 6,5% dopo la presentazione del nuovo piano. Parigi ha perso il 2,18%, Francoforte il 2,63% e Londra l'1,19%. ArcelorMittal ha perso il 5,9%, Glencore il 5,3%, Bhp Billiton il 4,6% e Anglo American il 4%.