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Fmi taglia Pil mondo 2023, nubi si addensano sull'economia globale | Anche l'Italia in recessione

Per il 2023 il Fondo taglia le sue previsioni di 0,9 punti percentuali (-1,9 punti su aprile), stimando una contrazione dell'economia del nostro Paese dello 0,2%

"Nubi tempestose si addensano" sull'economia globale, sulla quale gravano rischi al ribasso.

Il Fmi conferma la crescita del 2022 al +3,2% ma rivede al ribasso quella del 2023 al 2,7% (-0,2 punti rispetto alle stime di luglio). "Il peggio deve ancora venire e per molti il 2023 sarà avvertito come recessione", afferma il capo economista del Fondo monetario internazionale, Pierre-Olivier Gourinchas. Per quanto riguarda l'Italia, il Fmi rivede al rialzo la crescita: dopo il +6,6% del 2021, il Pil è atteso salire nel 2022 del 3,2%, cioè 0,2 punti in più rispetto alle stime di luglio (+0,9 punti su aprile).

 

Italia meglio della Germania - Per il 2023 il Fondo taglia le sue previsioni di 0,9 punti percentuali (-1,9 punti su aprile), stimando una contrazione dell'economia del nostro Paese dello 0,2%. Nel 2022 l'Italia cresce comunque più della Germania (+1,5%) e della Francia (+2,5%). In Italia la ripresa dei servizi turistici e della produzione industriale nella prima meta' del 2022 ha contribuito a previsioni di crescita del 3,2% che è attesa "rallentare fortemente" nel 2023.

 

Italia in recessione tecnica - In particolare per quanto riguarda il nostro Paese, il Fondo monetario, tramite il vice capo economista Petya Koeva Brooks, dice di attendere "che l'Italia entri in recessione tecnica nei trimestri a venire", prevalentemente a causa del forte contraccolpo dei rincari dell'energia e dell'alta inflazione sui redditi, "mentre i rischi" sulle prospettive economiche "sono al ribasso".

 

Governo, debito e bilancio - Tempi duri attendono quindi il nuovo governo italiano pronto a insediarsi. "Come per molti altri Paesi - ha detto ancora Brooks - diciamo di assicurare supporto ai più vulnerabili, tenendo presente quali siano i margini di bilancio e assicurando che il debito sia orientato al declino". Secondo il capo economista del Fmi, Pierre-Olivier Gourinchas, comunque, "l'Italia è uno dei Paesi che hanno fatto meglio del previsto" sul 2022, grazie al un forte contributo del turismo, dell'attività in generale e anche delle costruzioni. "Prevediamo un forte indebolimento con una leggera contrazione il prossimo anno, dovuta ai prezzi dell'energia - ha spiegato - e al fatto che l'Italia ha una dipendenza sul gas, per la stretta monetaria nell'area euro e la debolezza della domanda", ha aggiunto.

 

La crescita zero - A pesare sul 2023 economico dell'Italia, dunque, è soprattutto il caro energia. Aspetto, questo, che era stato sottolineato pochi giorni fa anche da Confindustria, che aveva stimato un 2023 "a crescita zero", sottolineando "uno scenario economico di stagnazione e inflazione" proprio per via di quello che era stato definito uno "shock energetico". 
 

Frena anche la Francia - Tornando alle stime del Fondo monetario, si sottolinea la frenata di Francia e Germania. Il Pil tedesco si contrarrà il prossimo anno dello 0,3% (-1,1 punti percentuali rispetto alle previsioni di luglio) dopo aver segnato un +1,5% nel 2022 (+0,3 punti). La Francia invece è attesa crescere del 2,5% quest'anno (+0,2 punti) e dello 0,7% il prossimo (-0,3). Frenano anche la Spagna e la Gran Bretagna. L'economia britannica crescerà dello 0,3% nel 2023 (-0,2 punti) e quella spagnola dell'1,2% (-0,8). 

 

I rischi per la stabilità finanziaria - Il Fmi stima inoltre "rischi alla stabilità finanziaria": le "debolezze finanziarie sono elevate nei settori delle istituzioni finanziarie non bancarie. La liquidità di mercato è deteriorata per molte classi di asset", si legge ancora nel Global Financial Stability Report. Per questo, le banche centrali "devono continuare ad agire in modo risoluto per riportare l'inflazione al loro target. I prezzi al consumo a livello globale sono previsti salire del 4,7% del 2021 all'8,8% nel 2022, per poi calare al 6,5% nel 2023. 

 

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