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Fisco, Cgia: durante il lockdown cala l'evasione, -27,5 miliardi di euro

Dopo 3 mesi di lockdown per piccole e piccolissime attività economiche scende di un quarto lʼevasione fiscale

Durante i tre mesi di lockdown per l'emergenza coronavirus, l'evasione fiscale in Italia sarebbe calata di 27,5 miliardi di euro. E' la stima dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre. "Possiamo affermare con buona approssimazione che l’evasione sia diminuita del 25% - si legge in una nota - facendo scendere a 82,5 miliardi l’ammontare complessivo del mancato gettito" stimato dal Mef in circa 110 miliardi all'anno. 

La stima è una provocazione sollevata dall’Ufficio studi della Cgia . Il gruppo di lavoro di Mestre è giunto a questo risultato economico, partendo da una considerazione molto diffusa tra l’opinione pubblica. Ovvero, che il popolo degli evasori presente in Italia è costituito quasi esclusivamente da lavoratori autonomi.

 

 

Il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo spiega: “Additati da sempre come gli affamatori del popolo, non è da escludere che nei prossimi mesi, quando questa depressione economica sfocerà in una probabile crisi sociale, gli autonomi saranno chiamati a pagare il conto. In attesa che arrivino i soldi del Recovery fund, quasi sicuramente inizierà una campagna contro gli evasori fiscali, con l’obbiettivo di colpire, in modo particolare, gli artigiani, i commercianti e le partite Iva".

"Le prime avvisaglie - continua Zabeo - ci sono già, visto che autorevoli opinion leader hanno cominciato a invocare la democrazia della ricevuta. Sia chiaro, l’evasione/elusione va contrastata ovunque essa si annidi, sia tra chi non emette lo scontrino sia fra coloro che, grazie ad operazioni societarie eticamente molto discutibili, hanno spostato la sede nei paesi a fiscalità di vantaggio. Tuttavia, non dobbiamo generalizzare e tanto meno colpire nel mucchio, anche perché gli strumenti per combattere chi non versa le imposte ci sono e da molto tempo”.

 

Renato Mason, segretario della Cgia, conclude: “Se il nostro Fisco fosse meno esigente, lo sforzo richiesto sarebbe più contenuto e probabilmente ne trarrebbe beneficio anche l’Erario. Con una pressione fiscale più contenuta, molti di quelli che oggi sono evasori marginali diventerebbero dei contribuenti onesti. Ricordo che la nostra giustizia civile è lentissima, la burocrazia ha raggiunto livelli ormai inaccettabili e la Pubblica Amministrazione rimane la peggiore pagatrice d’Europa. Nonostante queste inefficienze, la richiesta del nostro fisco si colloca su livelli elevatissimi e, per tali ragioni, appare del tutto ingiustificata”.

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