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Pil, l'Istat vede al ribasso le stime: -5,4% rispetto a gennaio-marzo 2019 | E' il peggior calo dal 1995

Si tratta del peggior calo dal 1995. Secondo Bankitalia, la flessione dellʼattività produttiva nel 2020 sarebbe tra il 9 e il 13%" e nel 2021 "recupererebbe circa la metà della caduta"

Nel primo trimestre del 2020 il Pil dell'Italia è diminuito del 5,3% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% nei confronti del primo trimestre del 2019. Lo rileva l'Istat, rivedendo al ribasso le stime preliminari diffuse a fine aprile, che davano il Prodotto interno lordo in discesa del 4,7% su base congiunturale del 4,8% nel confronto annuo. Si tratta del peggior calo del Pil dal 1995, ovvero dall'avvio delle serie storiche ricostruite.

A trascinare la caduta del Pil è stata soprattutto la domanda interna (incluse le scorte), con un calo  del 5,1% dei consumi finali nazionali e dell'8,1% degli investimenti fissi
lordi. Quella estera, anch'essa in calo, ha invece fornito un contributo negativo meno marcato (-0,8 punti percentuali). Sul piano interno, l'apporto dei consumi privati è stato fortemente negativo per 4 punti e quello degli investimenti per 1,5, mentre un ampio contributo positivo (+1%) é venuto dalla variazione delle scorte.

 

Alla contrazione dell'attività produttiva ha corrisposto una decisa riduzione dell'input di lavoro in termini sia di ore lavorate sia di Ula (Unità lavorative annue), mentre le posizioni lavorative hanno registrato una sostanziale stabilità.

 

Bankitalia: "Nel 2020 calo tra il 9% e il 13 %" - Nello scenario di base "la flessione dell'attivita' produttiva nel 2020 sarebbe pari al 9%, superiore a quella sofferta in due riprese tra il 2008 e il 2013", sottolinea il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. Il calo "si concentrerebbe nei primi due trimestri dell'anno, con un parziale recupero a partire dall'estate. Senza il sostegno alla domanda fornito dalle politiche di bilancio finora definite la contrazione dell'attività economica supererebbe l'11%. Le moratorie sul credito e le garanzie sui nuovi prestiti alle imprese riducono drasticamente il rischio di effetti di amplificazione ulteriori, associati a una diffusa crisi di liquidità. Nel 2021 il prodotto recupererebbe circa metà della caduta".

 

Colpita l'industria, valore aggiunto -8,1% - E' stata l'industria ad accusare il colpo più forte. Nel primo trimestre del 2020 si registrano infatti "andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti rispettivamente dell'1,9%, dell'8,1% e del 4,4%".

 

Il crollo colpisce le famiglie, un milione di nuovi poveri - Il crollo della ricchezza prodotta dal Paese ha provocato la perdita di posti di lavoro con un milione di nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto addirittura per mangiare. E' quanto stima la Coldiretti, analizzando gli effetti del calo del Pil. Fra i nuovi poveri figurano coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere l'attività, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che si sono fermate. Persone e famiglie che mai prima d'ora - precisa la Coldiretti - avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche, con richieste di aiuto anche da padri e madri che non sanno più come sfamare i figli con la chiusura delle mense scolastiche.

 

A maggio inflazione negativa: è la prima volta da 2016 - L'Istat ha poi sottolineato che a maggio l'inflazione in Italia è tornata negativa per la prima volta da ottobre 2016 (quando la flessione dell'indice generale fu pari a -0,2%). A determinare questo andamento è soprattutto la flessione dei prezzi dei carburanti (una delle componenti più volatili del paniere), che spingono la diminuzione dei prezzi dei prodotti energetici a un'ampiezza (-12,7%) che non si registrava da luglio 2009 (quando si attestò a -14,6%). Al netto degli energetici, l'inflazione sale infatti a +1,1% e la componente di fondo a +0,9%. In questo contesto, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona mantengono una crescita sostenuta (+2,6%), accelerando di un decimo di punto rispetto ad aprile.

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