Dombrovskis, Giorgetti e Lagarde sottolineano l'importanza di un compromesso che rafforza la sovranità finanziaria europea e tutela i consumatori
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L'Eurogruppo, riunito a Copenaghen, ha raggiunto un primo accordo politico sui limiti di detenzione dell'euro digitale. Un'intesa che rappresenta, nelle parole dei principali protagonisti istituzionali, un passaggio fondamentale per lo sviluppo della nuova moneta digitale europea. Secondo il commissario europeo Valdis Dombrovskis, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, il compromesso definito segna un passo avanti decisivo verso un quadro normativo condiviso, con l'obiettivo di rafforzare la sovranità finanziaria dell'Unione, garantire maggiore resilienza al sistema economico e offrire ai consumatori uno strumento sicuro e conveniente rispetto ai tradizionali mezzi di pagamento.
Il commissario europeo all'Economia, Valdis Dombrovskis, ha annunciato l'accordo raggiunto come un risultato di rilievo politico e istituzionale. Durante la conferenza stampa a Copenaghen, ha sottolineato come il compromesso definisca il quadro per stabilire un tetto ai limiti di detenzione dell'euro digitale, un passaggio che consentirà di proseguire verso un approccio comune da parte del Consiglio europeo entro la fine dell'anno. Dombrovskis ha ringraziato la presidenza danese del Consiglio dell'Ue per l'impegno profuso nel portare avanti il dossier e ha ribadito la volontà della Commissione di fornire pieno sostegno al processo. Secondo il commissario, la definizione dei limiti è un passo indispensabile per creare fiducia tra i cittadini e favorire un utilizzo diffuso della futura moneta digitale europea.
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, presente a Copenaghen per l'Eurogruppo ed Ecofin, ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto a livello europeo. In una nota ufficiale ha evidenziato come sia fondamentale adottare una procedura chiara e trasparente per la definizione dei limiti di detenzione. Giorgetti ha posto l'accento su due aspetti centrali: da un lato la necessità che il modello di compensazione dei costi di gestione dell'euro digitale sia più basso rispetto a quello delle carte di pagamento tradizionali, dall'altro l'esigenza di garantire l'autonomia strategica e la resilienza del sistema finanziario europeo. Secondo il ministro, l'euro digitale deve configurarsi come uno strumento di difesa della sovranità finanziaria, in grado di bilanciare esigenze politiche ed economiche. "Avere limiti di detenzione chiari e appropriati – ha spiegato – favorirà l'utilizzo, eviterà che diventi una riserva di valore e risponderà alle preoccupazioni del settore privato in merito all'impatto sulla stabilità finanziaria".
Anche la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha accolto con favore l'intesa raggiunta. Intervenendo a margine della riunione, ha definito l'accordo "un buon passo avanti" e ha auspicato che il processo possa essere completato in tempi rapidi. Lagarde ha sottolineato che la soluzione di compromesso tiene conto delle competenze istituzionali di tutte le parti coinvolte e conferma la natura politica del progetto. L'euro digitale, ha precisato, non deve essere considerato soltanto come un nuovo strumento di pagamento, ma anche come una dichiarazione della capacità dell'Europa di rafforzare la propria sovranità e gestire i pagamenti transfrontalieri con un'infrastruttura autonoma e pienamente europea.
Il ministro Giorgetti ha spiegato che imporre limiti di detenzione all’euro digitale è fondamentale per il buon funzionamento del sistema. Senza un tetto massimo, la nuova moneta rischierebbe di trasformarsi in una "riserva di valore", cioè in uno strumento che le persone tengono da parte per conservare ricchezza, come avviene con l’oro o con i risparmi depositati in banca. Questo potrebbe spingere cittadini e imprese a spostare grandi somme verso l'euro digitale, creando squilibri nei bilanci delle banche e riducendo la loro capacità di concedere prestiti. Con limiti chiari e appropriati, invece, l’euro digitale potrà essere usato soprattutto come mezzo di pagamento quotidiano, rafforzando l’equilibrio finanziario e la fiducia nel sistema.
L’euro digitale sarà una moneta ufficiale dell'Unione europea, emessa e garantita dalla Banca centrale europea. Avrà quindi lo stesso valore dell'euro tradizionale e potrà essere usato per pagamenti sicuri in tutta l’area euro. Le criptovalute come Bitcoin, invece, non sono emesse da una banca centrale: il loro valore dipende esclusivamente dalla domanda del mercato e per questo può cambiare in modo molto rapido, con forti oscillazioni. Un’altra differenza riguarda la stabilità: l’euro digitale avrà regole precise e limiti di detenzione per proteggere il sistema finanziario, mentre le criptovalute non hanno un controllo centralizzato e sono considerate investimenti ad alto rischio.
Con l'accordo di Copenaghen, il progetto dell'euro digitale entra in una fase più concreta. Le istituzioni europee puntano a completare il quadro normativo entro la fine dell'anno, con il coinvolgimento di Bce, Commissione e Stati membri. Secondo le dichiarazioni dei protagonisti, la definizione dei limiti di detenzione rappresenta un punto di equilibrio tra innovazione e stabilità, volto a sostenere i consumatori e tutelare il mercato finanziario. Le prossime tappe riguarderanno la definizione tecnica del modello di compensazione e l'integrazione con i sistemi di pagamento già esistenti. L'auspicio, espresso sia da Giorgetti che da Lagarde, è che il progetto possa concretizzarsi in tempi brevi, rendendo l'euro digitale uno strumento operativo al servizio dei cittadini europei e della competitività economica dell'Unione.