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Esportazioni extra-Ue di nuovo in frenata a ottobre

Le vendite verso la Cina recuperano lievemente (+1,8%), ma è da maggio 2014 che scendono quelle verso la Russia

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Dopo il pesante -8,3% registrato ad agosto su luglio, a settembre le vendite italiane verso i Paesi al di fuori dell'Unione europea sembrava fossero tornate in territorio positivo (+5,2%), eppure a ottobre le esportazioni extra-Ue hanno registrato una nuova battuta d'arresto.

Stando alle ultime rilevazioni dell'Istituto nazionale di statistica, infatti, nel decimo mese dell'anno le vendite verso i Paesi al di fuori dell'Europa hanno riportato un -1,7% sul mese precedente. In calo anche il dato tendenziale che conferma l'andamento dei due mesi precedenti: -4,5% a ottobre 2015 sullo steso mese del 2014, -2% a settembre e -3,2% ad agosto. Stiamo parlando di una serie negativa che, a livello tendenziale, non si verificava da gennaio (quando l'Istat indicò un -3,6% al quale seguirono sei mesi di segno “più”).

Osservando gli scambi con i principali partner commerciali si nota come le flessioni maggiori abbiano interessato i Paesi dell'area Mercosur, -33,9%; l'area Opec, -11,6%; e l'area Asean, -7,7%. Particolarmente sostenuta la contrazione delle vendite verso la Russia, -20,6%, verso la quale le vendite sono in calo dal maggio del 2014, e verso la Turchia, -8,6%.

Dalle rilevazioni emerge poi un lieve recupero delle vendite verso la Cina, +1,8%, mentre si confermano primo partner commerciale gli Stati Unti con una crescita del 3,3%. Ben anche le esportazioni verso il Giappone che crescono del 2,4%.

Per quanto riguarda invece i prodotti, i calo congiunturale è legato in particolar modo al calo del 4,5% riportato dai beni strumentali ma anche al -1,6% dei prodotti intermedi e al -0,7% dei beni di consumo non durevoli. Rispetto al mese precedente sono però andate bene le esportazioni di energia, in crescita del 12,5%, e di beni di consumo durevoli, +1,5%.

Il confronto tendenziale mostra invece performance negative per quasi tutte le tipologie di prodotto, in particolar modo per l'energia, -22,5%, e per i prodotti intermedi, -5,5%, mentre crescono sono le vendite verso i Paesi extra-Ue di beni di consumi durevoli, +6,8%.