CONVEGNO IN SENATO

Editori responsabili, big tech senza regole: "Basta con i saccheggi dei giganti del web, serve equità fiscale"

Convegno al Senato organizzato da Maurizio Gasparri e ispirato dai libri della Silvio Berlusconi Editore sul tema della produzione e della difesa dei contenuti giornalistici. Nieri (Mediaset): "C'è un macigno competitivo"

04 Dic 2025 - 21:44
 © Istockphoto

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Un riequilibrio fiscale che protegga gli editori "tartassati" dal fisco e "derubati" dei contenuti giornalistici dalle big tech e una legge di sistema che affronti definitivamente il problema di sostenere un'informazione "certificata, garantita, con giornalisti iscritti all'albo". L'informazione in Italia è sempre più a rischio, addirittura, dice il presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti, si incammina verso un totale "black out". Perché le condizioni economiche per poter continuare a garantire un sistema libero di mercato si stanno erodendo sempre di più.

A lanciare l'allarme sono gli editori e le stesse istituzioni. Marina Berlusconi ha annunciato che la Silvio Berlusconi Editore, a un anno dalla sua nascita, porta sugli scaffali tre nuovi libri che affrontano proprio la questione della pervasività delle big tech. E il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha anche organizzato a Palazzo Madama un convegno ispirato alle riflessioni offerte da questi tre volumi con un titolo molto esplicito, "Lo strapotere delle big tech. Editori responsabili e giganti sregolati", dove ha chiamato ad intervenire il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria, Alberto Barachini, il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti e la direttrice Divisioni Affari Istituzionali, legali e analisi strategiche di Mediaset, Gina Nieri

"Le forze di governo, il Parlamento, le istituzioni locali se non si vogliono ritrovare con un black out dell'informazione devono rendersi conto che la situazione" dell'informazione e dell'editoria "va affrontata una volta per tutte. Non ci bastano i soldi che di anno in anno dobbiamo andare a chiedere per risolvere il problema: serve una legge di struttura" dice Riffeser che commenta: "Venti anni fa, dati Fieg, i quotidiani avevano 20,9 milioni di lettori al giorno: attualmente tra copie vendute e utenti unici ne contiamo 33,9 milioni. Questo significa quindi che c'è un incremento dell'informazione del 60%. Tutti dicono che i giornali non si vendono più: certo è vero, ma su Internet la crescita è stata esponenziale. Ma se guardate le nostre aziende il loro fatturato si è dimezzato, la pubblicità è calata del 50%. Bisogna quindi peggiorare la qualità dei giornali, ridurre gli stipendi e la foliazione, ridurre insomma l'informazione fatta dai giornalisti che vivono sul territorio, la necessaria cerniera a livello locale, nazionale ed internazionale". 

Nieri: spartiacque tra chi diffonde informazioni e chi saccheggia contenuti non pagati
 "C'è uno spartiacque tra chi si prende la responsabilità della delicatezza delle informazioni che diffonde e chi, invece, ha fatto una cavalcata economica e di potere saccheggiando per dieci anni contenuti non pagati. Questo è un macigno competitivo". Così Gina Nieri, ,che ha sottolineato l'irrinunciabilità delle regole di una corretta informazione: "La nostra, quella della televisione, della radio, dei media tradizionali, è un ambiente sicuro, perché fatto da persone responsabili, professionali, che hanno la capacità di leggere le fonti, hanno a riguardo la verità e lavorano con trasparenza", ha continuato la dirigente del Gruppo Mediaset. Sulla centralità dell'editoria tradizionale anche il sottosegretario Barachini: "Va sostenuta l'editoria professionale, l'editoria nazionale italiana, a fronte di un sistema internazionale che ha grande potere in questo momento. Non soltanto un potere distributivo, ma un potere anche di incidere nella selezione delle notizie che arrivano ai cittadini. Probabilmente bisogna tornare a rendere ancora più solido il sistema del contributo pubblico e anche far partecipare i grandi player internazionali al sostegno dell'editoria tradizionale".

Il "padrone di casa" Maurizio Gasparri, invece, punta l'indice ancora una volta contro i giganti del web. "Vogliamo il progresso, la tecnologia, oggi anche l'IA - considera il senatore azzurro - ma il mondo dell'editoria, dell'informazione, della cultura, viene tartassato, la sua pubblicità saccheggiata e i contenuti rubati dai giganti della rete che poi pagano l'1 o il 2% di tasse. Il tema dell'equilibrio liberale tra imprese che assumono, creano reddito, informazione, cultura e sapere e l'assoluta, sostanziale, esenzione fiscale dei giganti della rete è un problema del nostro tempo". "Non ci può essere  - ha concluso - chi viene spremuto e chi invece è ricco, potente e non paga tasse. Questo va contro una sana concorrenza. Ben venga, quindi, il progresso, ma no all'iniquità del saccheggio digitale a beneficio dei giganti del web".