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Draghi: la flessibilità dovrebbe entrare a far parte del comune dna europeo

"Le riforme nazionali sono un interesse di tutta lʼUnione, che ha finalmente prospettive economiche positive". Industria, segnali di ripresa

Mario Draghi banconota 20 euro
ansa

"Il fatto che ogni economia nazionale sia abbastanza flessibile dovrebbe essere accettato come parte del nostro comune dna". Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi parlando a Sintra, Portogallo. "Vi sono forti argomentazioni perché la governance sulle riforme strutturali sia esercitata congiuntamente a livello dell'Eurozona", ha aggiunto Draghi, definendo le riforme nazionali "un legittimo interesse dell'intera Unione".

Il numero uno dell'Eurotower ha detto inoltre che l'Eurozona ha fatto progressi importanti sulle riforme strutturali, aggiungendo che Spagna e Italia hanno "riformato i loro mercati dei prodotti e del lavoro".

Affrontando poi il tema lavoro e salari, ha spiegato che la contrattazione aziendale delle retribuzioni è da preferire a quella nazionale, citando dati della Bce secondo i quali le imprese con la flessibilità data dalla contrattazione aziendale, agendo sui salari durante la crisi, "hanno tagliato i posti meno di quelle vincolate da accordi di negoziazione salariale centralizzate".

"Prospettive economiche finalmente positive" - Finalmente, dice ancora Draghi, ora "le prospettive economiche dell'Eurozona" sono buone. "Non erano così positive da sette, lunghi anni".

Industria, in ripresa il fatturato a marzo - E anche i dati Istat danno qualche segnale di speranza: dicono infatti che il fatturato dell'industria a marzo cresce dell'1,3% rispetto a febbraio e torna ad aumentare anche rispetto allo stesso mese del 2014 con un +0,9% (dato corretto per gli effetti di calendario). Negativo invece il risultato del trimestre, che segna una flessione dello 0,2% rispetto ai 3 mesi precedenti. A trainare la ripresa è soprattutto il mercato estero.

Sono i fatturati esteri infatti a segnare una crescita dell'1,9% a marzo rispetto al mese precedente e del 4,5% rispetto a marzo 2014, mentre quelli interni guadagnano l'1% su base mensile e lo 0,9% su base annuale.

Incrementi congiunturali per tutti i raggruppamenti di industrie: l'energia (+5,2%), i beni strumentali (+2,1%), i beni intermedi (+0,7%) e i beni di consumo (+0,5%). L'incremento tendenziale più rilevante si vede nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+9,8%), mentre la maggiore diminuzione riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-14,8%).

Il calo trimestrale e' dovuto alla flessione di gennaio (-1,7% sul mese), che gli aumenti dei due mesi successivi non sono riusciti a compensare.

Ordinativi, dati in chiaroscuro Gli ordinativi dell'industria scendono a marzo dello 0,3% rispetto al mese precedente, ma aumentano del 2,7% rispetto a marzo 2014, sempre secondo l'Istat. In particolare c'è una flessione congiunturale dello 0,5% per gli ordinativi esteri mentre sono stabili quelli interni. L'incremento più rilevante su base annua si registra nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica e apparecchi elettromedicali (+10,6%), mentre la flessione maggiore si segnala nel tessile, abbigliamento, pelli e accessori (-5,9%).