Dal 2011 al 2013 la spesa culturale e ricreativa delle famiglie italiane è comunque calata di cinque miliardi di euro
© -afp
Il dato è di per sé positivo (il numero dei visitatori nei musei statali è cresciuto nel 2014) ma va inserito in un contesto più ampio, caratterizzato da statistiche non altrettanto positive: in Italia, la spesa per attività culturali e ricreative per nucleo familiare, già al di sotto della media europea, è infatti diminuita ulteriormente nel corso degli ultimi due anni.
Da gennaio a dicembre del 2014, i musei italiani amministrati dallo Stato hanno accolto quaranta milioni di visitatori (ben 2,3 milioni in più rispetto all'anno precedente) molti dei quali invogliati dalle nuove tariffe – più basse delle precedenti – e dagli ingressi domenicali gratuiti introdotti a luglio.
Iniziative (lodevoli) che hanno avuto effetti tangibili anche nel breve termine: i visitatori, che hanno deciso di 'approfittare' degli ingressi gratuiti nella prima domenica di dicembre, sono stati il 40% in più rispetto alla prima domenica di luglio (+120.967 visitatori). Nel 2014 la crescita degli ingressi gratuiti, complessivamente pari a 21,3 milioni (+5% su base annua), non ha impedito l'aumento delle entrate, salite a 134 milioni di euro (+7%).
I risultati conseguiti, grazie anche alla complicità di tanti turisti stranieri, e le iniziative adottate durante il 2014 possono rappresentare un buon punto di partenza per invertire un trend in corso da un paio di anni: a causa delle crescenti difficoltà economiche, molti italiani hanno deciso infatti di risparmiare laddove possibile. Quello culturale ha così rappresentato uno dei capitoli di spesa maggiormente colpiti.
Secondo il decimo Rapporto annuale di Federculture, nel 2013 la spesa delle famiglie italiane per cultura e ricreazione, pari a 66,6 miliardi di euro (circa 225 euro mensili per nucleo familiare), è infatti risultata in calo per il secondo anno consecutivo: -3% rispetto al 2012 (nel 2012, la contrazione fu pari al 4,4% su base annua).
La riduzione della spesa dei nostri connazionali, osserva chi ha condotto l'indagine, ha interrotto una crescita costante. Dal gennaio al dicembre del 2011, le famiglie italiane sborsarono 71,5 miliardi di euro per attività culturali e ricreative: il 30% in più rispetto al 2000, quando furono spesi 55 miliardi.
L'apice toccato nel 2011 non ha permesso comunque al nostro Paese di eguagliare le performance registrate nel resto dell'Unione europea: secondo i più recenti dati Eurostat relativi per l'appunto al 2011, la spesa culturale delle famiglie italiane, in rapporto con la spesa totale per i consumi finali, era al di sotto della media europea (il 7,3% contro l'8,8%).
Fatta eccezione per i concerti di musica classica e i musei statali, per i quali si è registrato una crescita rispettiva del 16,7% e del 2,9%, tutti i settori hanno visto ridursi il numero di spettatori nel corso del 2013: spettacoli teatrali (-8%), cinema (-5,6%), musei e mostre (-7,5%), concerti musicali (-6,3%), siti archeologici e monumenti (-1,9%).
Eppure l'Italia ha un potenziale enorme: del resto, ad oggi siamo il Paese che detiene il maggior numero di siti (50) inseriti nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO, composta complessivamente da 1001 siti (777 beni culturali, 194 naturali e 30 misti).