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Carburanti, in Italia il diesel più caro d'Europa: 1,487 euro al litro

Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro. Il costo medio in Europa è 1,329 euro. Da noi il prezzo finale risente enormemente di tasse e accise

Carburanti, in Italia il diesel più caro d'Europa: 1,487 euro al litro - foto 1
agenzia

In Italia il diesel è il più caro d'Europa, mentre il prezzo della benzina è il quarto più alto nei Paesi dell'Unione.

Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro, che ha elaborato dati del ministero dell'Economia e della Commissione Ue. Il costo medio di un litro di diesel è di 1,487 euro contro la media europea di 1,329. Quello della benzina è di 1,599 euro, ben più di Francia, Germania e Austria.

Carissimo diesel - Il diesel acquistato in Italia risulta, dunque, il più caro in assoluto tra i Paesi dell'Ue. Il costo al litro, pari a 1,487 euro, supera di molto la media europea (pari a 1,329 euro), la Germania (1,242 euro) e la Spagna (1,213 euro). E' l'incidenza delle tasse sul prezzo finale ad essere molto alta: il 59,6% del prezzo finale, infatti, è costituito da tasse, contro una media europea pari al 54,9%. Peggio di noi fa solo il Regno Unito, con un valore pari al 60,5%.

Quanto costa un pieno di benzina in Italia - Con 1,599 euro al litro, il costo della nostra benzina è dell'11,1% più alto di quello della media europea: il pieno in Italia costa il 4,5% in più rispetto alla Francia, l'11,4% in più rispetto alla Germania e addirittura il 26,3% in più rispetto all'Austria. Peggio di noi in Europa fanno soltanto Paesi Bassi, Grecia e Danimarca con un costo al litro rispettivamente di 1,681, 1,629 e 1,620 euro.

Tasse e accise - Il prezzo pagato dai consumatori finali risente fortemente della componente relativa a tasse e accise. Nel nostro Paese, infatti, il prelievo statale rappresenta il 63,5% del prezzo finale contro il 60,2% della media europea, il 61,8% della Francia, il 61,6% della Germania e il 52,9% della Spagna.

Rischio aumento per Iva e accise da gennaio - "Questi numeri preoccupano soprattutto perché non sono state ancora individuate le risorse per disinnescare le clausole di salvaguardia", ha commentato Massimo Blasoni, presidente del centro studi ImpresaLavoro. In assenza di coperture alternative, infatti, le clausole scatterebbero dal primo gennaio 2020 facendo aumentare l'Iva (dal 22 al 25,2% quella ordinaria e dal 10% al 13% quella agevolata) e le accise sui carburanti "per un valore pari a 400 milioni di euro l'anno". "Al momento il 63,5% del prezzo finale della benzina è costituito da tasse e non dimentichiamo che l'Iva si applica anche sulle accise", ha concluso.