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Bce: tassi fermi fino alla fine del 2019, a settembre nuova serie di prestiti a lungo termine alle banche

La Banca centrale europea ha tagliato le stime del Pil (+1,1%) e dellʼinflazione (+1,2%) dellʼEurozona. Draghi rassicura: "Probabilità di recessione molto basse"

Bce: tassi fermi fino alla fine del 2019, a settembre nuova serie di prestiti a lungo termine alle banche - foto 1
-afp

La Bce ha modificato la forward guidance annunciando che i tassi d'interesse rimarranno fermi almeno fino alla fine del 2019, e in ogni caso "finché sarà necessario" per stabilizzare l'inflazione su livelli prossimi al 2%.

L'Eurotower ha quindi annunciato che, da settembre a marzo 2021, sarà lanciata una nuova serie di operazioni trimestrali mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO-III), ciascuna con scadenza di due anni.

Il tasso principale resta così fermo allo 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. La Bce ha modificato i suoi orientamenti previsionali ("forward guidance") in misura da far slittare la data del primo ipotetico rialzo al 2020.

I Tltro - L'istituzione ha anche deciso una nuova serie di rifinanziamenti ultra agevolati di lungo termine alle banche, i "Tltro" di cui il primo verrà effettuato a settembre 2019 e l'ultimo nel marzo 2021. Questa terza serie di Tltro riguarderà rifinaziamenti a 2 anni di scadenza. Inoltre, sempre almeno fino a marzo 2021 le operazioni di rifinanziamento continueranno ad essere effettuate con piena soddisfazione delle richieste e a tassi fissi. La decisioni varate si spingono oltre le attese, anche se diversi osservatori avevano ipotizzato che sarebbero stati fin da subito decisi nuovi Tltro, alla luce del continuo peggioramento del quadro economico.

Rinnovo titoli Qe per prolungato periodo di tempo - La Bce ha poi confermato che continuerà a reinvestire "integralmente" i titoli in scadenza accumulati con il quantitative easing, "per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse e in ogni caso finché sarà necessario" per mantenere un ampio grado di accomodamento monetario. Le decisioni sono state comunicate al termine del Consiglio direttivo.

La Bce taglia le stime Pil dell'Eurozona, nel 2019 solo +1,1% - La Banca centrale europea ha nuovamente rivisto al ribasso le stime di crescita per l'Eurozona, portando il Pil 2019 a +1,1% da +1,7% stimato a dicembre, che era già stato limato dal +1,8% precedente. Limata a +1,6% da +1,7% la stima per il 2020, mentre per il 2021 la Bce conferma una crescita dell'1,5%.

Tagliata stima dell'inflazione 2019 a 1,2% da 1,6% - La Bce ha tagliato anche le stime sull'inflazione dell'Eurozona per il 2019 all'1,2% dall'1,6% atteso in precedenza. Riviste al ribasso anche le previsioni per il 2020 a 1,5% (da 1,7% precedente) e per il 2021 a 1,6% (da 1,8%).

Draghi: "Probabilità molto basse di recessione nell'Eurozona" - Nelle valutazioni della Bce "le probabilità di una recessione sono molto basse". Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo.

"Prestiti? Misure non prese perché le banche comprino i titoli" - I maxi-prestiti alle banche annunciati dalla Bce servono ad "assicurare che le banche possano prendere a prestito e prestare" a condizioni accettabili, e "non perché comprino bond sovrani", ha detto ancora il presidente Draghi.

"Paesi con elevati debiti ripristinino margini di Bilancio" - I Paesi dell'area euro "con elevati debiti devono continuare a ripristinare margini di bilancio", ha affermato Draghi. E tutti gli Stati devono puntare a "una composizione dei Bilanci più favorevole alla crescita", ha aggiunto.