Per il governo "la stabilità è essenziale". Lo ha detto l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, commentando la situazione politica attuale. "L'incertezza è la situazione che crea più danno", ha sottolineato Marchionne, a Bruxelles per partecipare ad una riunione sulla competitività del settore automobilistico in Europa. L'ad di Fiat ha aggiunto che gli imprenditori hanno "bisogno di tranquillità per gestire le aziende".
Marchionne ha quindi osservato che "ovviamente" l'instabilità politica "non aiuta". "Abbiamo bisogno di tranquillità per gestire le aziende" ha aggiunto il manager di Fiat. L'amministratore delegato della Fiat non ritiene utile aprire un tavolo azienda, sindacati e governo sulla Fiat, su cui ha espresso disponibilità il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. "Io non so che cosa dobbiamo fare con questo tavolo", ha risposto Marchionne ad una cronista con una certa irritazione.
"Il tavolo l'abbiamo già fatto, abbiamo raggiunto un accordo a Pomigliano, e c'è la proposta di lavorare sul tavolo di Mirafiori", ha continuato l'a.d. di Fiat aggiungendo che "il problema è che Fabbrica Italia va avanti a pezzi: portiamo avanti il progetto e cerchiamo di non creare altri problemi, è molto più semplice. Il tavolo facciamolo fare alle parti", ha concluso.
E' arrivato il momento, secondo Marchionne, di mettere sul tavolo le questioni più importanti, a cominciare dalle regole. Sulle prospettive del settore e le strategie per affrontare la crisi, Marchionne ha osservato che è proprio questo l'obiettivo dell'incontro di Bruxelles. "C'è un grandissimo lavoro da fare - ha detto - per riconoscere quali sono i limiti dell'industria automobilistica a livello europeo e ne abbiamo parlato a lungo anche nel caso della Opel''.
"Bisogna riconoscere le condizioni competitive in cui ci troviamo. Non siamo messi bene. A livello europeo, quindi - ha detto ancora l'a.d. - bisognerebbe fare qualcosa di veramente significativo e non continuare a mettere regole su questa industria: alla fine paghiamo sempre noi. Con regole piu' dure, obiettivi piu' duri e tempi raccorciati, e' tutto a spese dell'industria".