economia

Obama: Gm, rischio bancarotta

Chiesti altri sacrifici ai lavoratori

31 Mar 2009 - 16:57

Il presidente Barack Obama non esclude la bancarotta per i due colossi dell'auto Gm e Chrysler. Dice infatti che le due aziende hanno bisogno di "un nuovo inizio e questo potrebbe significare il ricorso al codice della bancarotta come meccanismo per assicurare una ristrutturazione più forte". Inoltre il presidente chiede nuovi sacrifici a sindacati e lavoratori dei grandi gruppi auto.

Insomma, non è escluso che la nuova partenza per i due big delle quattro ruote possa arrivare con la bancarotta. L'ipotesi è stata presentata da Obama illustrando il piano per l'industria automobilistica. Il ricorso alle procedure fallimentari potrebbe "rendere più semplice" alle due case automobilistiche "ripulirsi rapidamente dai vecchi debiti" e ripartire in condizioni migliori, ha sottolineato il presidente.

Ipotesi bancarotta, i dettagli
Obama ha comunque sottolineato che il suo riferimento sarebbe a un'ipotesi di bancarotta assistita dal governo, e non un "processo in cui la società viene scomposta in singole parti, venduta e non esiste più". Sarebbe insomma un meccanidmo che aiuterebbe Gm e Chrysler "a ristrutturarsi rapidamente e riemergere più forti" di prima.

Il presidente degli Stati Uniti ha tenuto a spiegare nei dettagli come funzionano questi meccanismi, che spesso agli occhi del pubblico sono sinonimo di un fallimento annunciato. "Quello di cui sto parlando" ha detto Obama "è di utilizzare la nostra struttura legale come uno strumento che, con l'appoggio del governo americano, possa aiutare General Motors e Chrysler a risolvere la questione dei vecchi debiti che gravano su di loro in modo che possano poi rialzarsi e incamminarsi verso il successo". Obama ha ricordato che con l'amministrazione controllata "i lavoratori possono continuare a produrre auto che vengono poi vendute", e che non si tratta affatto "di un processo di liquidazione di una compagnia, che smetterà di esistere", e neppure dell'ipotesi di "avere una compagnia bloccata in tribunale per anni, incapace di uscirne".

"Non lascerò che la nostra industria sparisca"
L'industria automobilistica è in crisi a causa degli errori commessi dal management delle società ma anche da Washington, ha poi detto Obama. E ha aggiunto: "Non lasceremo scomparire la nostra industria dell'auto". Il presidente ha poi detto che non è intenzione del governo "assumere la guida di General Motors" e che le dimissioni di Richard Wagoner sono "il riconoscimento che è necessario un nuovo punto di vista".

L'auto, ha continuato il presidente degli Stati Uniti, "è un pilastro della nostra economia che ha sostenuto i sogni di milioni di americani. Ma allo stesso tempo non possiamo continuare a giustificare decisioni sbagliate, così come non possiamo far dipendere la sopravvivenza dell'industria dell'auto da un flusso infinito di tasse". Obama ha inoltre spiegato che se Gm e Chrysler non riusciranno a realizzare piani fattibili per tornare agli utili potrebbero aver bisogno di utilizzare la procedura di bancarotta "come meccanismo per aiutare la ristrutturazione velocemente e venirne fuoti più forti".

Gm: 60 giorni per un nuovo piano
Obama ha poi detto che "la mia amministrazione offrirà a General Motors" 60 giorni per mettere a punto un nuovo piano di taglio costi e, in quest'arco di tempo assicurerà il capitale necessario per mantenere l'operatività della società, oltre a lavorare a stretto contatto con la casa automobilistica. La Fiat ha raggiunto un accordo di massima su una nuova partnership con la Chrysler. L'annuncio è arrivaot dal Ceo della casa americana, Bob Nardelli. L'intesa con un partner era la condizione posta da Obama perchè Chrysler ottenesse altri finanziamenti pubblici. Secondo l'azienda Usa, Fiat "rafforza la capacità del gruppo Chrysler di creare e preservare posti di lavoro negli Usa".

L'accordo di Chrysler con Fiat
"Chrysler, Fiat e Cerberus hanno raggiunto un accordo su uno schema di alleanza globale, con il sostegno del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti", si legge in un comunicato ufficiale firmato da Chrysler, il cui contenuto è attribuito al numero uno dell'azienda, il presidente e amministratore delegato Bob Nardelli, che non nasconde come esistano comunque "ancora notevoli ostacoli da superare".

L'accordo di cui parla il comunicato, precisa ad Apcom l'ufficio stampa dell'azienda americana, è "un accordo basato sulla revisione del precedente accordo non vincolante siglato con Fiat". Non si tratta ancora, dunque, dell'accordo teso al completamento dell'alleanza tra Chrysler e Fiat che Obama ha posto come condizione per l'erogazione di nuovi aiuti federali, fino a 6 miliardi di dollari: un accordo, ha detto il presidente Usa, che dovrà arrivare entro trenta giorni.

Indicativo quanto ribadisce comunque Nardelli. Intanto, il numero uno di Chrysler scrive che la società "ha detto ripetutamente che Fiat rafforza il suo modello di business che amplia il suo livello di competitività a livello globale".

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