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Le biotecnologie battono la crisi

Crescono investimenti e fatturato

20 Mar 2009 - 16:58

Le biotecnologie battono la crisi. In questi giorni sono stati presentati i numeri del settore in Italia, dove il fatturato risulta in crescita del 24%, e in Galles, fulcro importante del settore, dove hanno stabilito infatti la loro base produttiva oltre 250 imprese, che danno lavoro a 15mila persone. E dove il business registra un tasso di crescita annuo pari al 18%.

E proprio nella regione del Regno Unito, a Cardiff, si è appena chiusa la settima edizione di BioWales, importante manifestazione dedicata alle bioscienze e alle biotecnologie. Il settore gioca un ruolo strategico fondamentale per lo sviluppo dell'economia nella regione, che da tempo ha messo in atto una serie di strategie per promuovere il business sul territorio. Oggi, oltre a un significativo numero di imprese che operano nel settore, il Galles può contare su una forte attrazione di investimenti esteri in questo ambito. E questo grazie a una forte collaborazione instaurata fra "industry" e mondo accademico, a una rete di infrastrutture dedicate che dà alle aziende tante occasioni di aggiornamento, crescita, sviluppo. Basta pensare che nella regione sono attivi ben sei centri di eccellenza e quattro centri di ricerca specifici per il settore.

Ultimamente, tanto per citare un importante esempio di investimento pubblico, sono arrivati 10 milioni di sterline di fondi europei erogati tramite il Welsh Assembly Government all'Università di Swansea per creare il primo centro in Europa per la "Nanohealth" (le nanotecnologie applicate alla salute e alla medicina). E altri 16 milioni di sterline sono serviti per creare un nuovo centro per la Pet, la tecnologia nucleare applicata alla diagnostica (dalla risonanza magnetica alla Tac) all'università di Cardiff.

Insomma, il Galles si presenta davvero come una realtà di grande dinamismo nel settore delle biotecnologie, dove l'innovazione, la ricerca e lo sviluppo sono fattori forse ancora più importanti rispetto ad altri ambiti produttivi.

Il biotech sorride anche in Italia
D'altra parte, come è stato sottolineato a Milano, alla presentazione del Rapporto Blossom & Compagny-Assobiotec (l'associazione neazionale per lo sviluppo delle biotecnologie) "Biotecnologie in Italia 2009", anche nel nostro Paese nel 2009, nonostante il difficile momento per l'economia, "il settore sta registrando una crescita numerica delle giovani imprese innovative italiane, confermando quindi che anche nel nostro Paese si fa innovazione", come ha detto il Ceo di Blossom & Company, Stefano Milani. "Con la sua capacità di innovare il biotech italiano è riuscito a vincere una sfida solo pochi anni fa impensabile, apparendo finalmente sul radar-screen delle grandi compagnie biofarmaceutiche e biotecnologiche e dei venture capital", ha aggiunto il presidente di Assobiotech Roberto Gradnik.

Il settore in Italia ha oggi un fatturato pari a 5,4 miliardi di euro (+24% nell'ultimo anno), con 1,5 miliardi di investimenti in ricerca e sviluppo (+15%) e con grande capacità di innovare, come dimostrano i 258 prodotti italiani complessivamente in sviluppo. Dati incoraggianti che arrivano però in un momento molto duro, come ha detto il presidente di Farmindustria, Sergio Dompè: "La crisi finanziaria in atto deve ora spingere a un impegno ancora maggiore sulla qualità perchè la curva della crescita dei progetti per il 2009 subirà probabilmente una forte correzione. E' quindi l'ora di consolidare gli investimenti e portare a termine ricerche e studi iniziati anche dieci anni fa in una congiuntura certamente più favorevole".

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