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"Banche, la vigilanza alla Bce"

La proposta del ministro Tremonti

13 Mar 2009 - 15:19

Botta e risposta tra Tremonti e Draghi. Nei giorni scorsi il governatore ha detto che la vigilanza sul credito spetta a Bankitalia e non al governo. Ora Tremonti ha risposto che se fosse per lui la "vigilanza la darebbe tutta alla Bce". "E' una questione di mezzi. Se quelli che si devono controllare hanno la Ferrari, i controllori non possono avere la bicicletta".

"Se gli operatori sono sistemici, siano banche o finanziarie, pure la vigilanza dev'essere sistemica". "Ma no so se questo implica un revisione del Trattato'', ha osservato ancora il Ministro.

Tremonti, comunque, è certo di una cosa: sulla vigilanza rispetto all'accesso al credito da parte delle imprese "ci sarà un grande impegno da parte dei prefetti". E ha annunciato che nei prossimi giorni sarà organizzata, insieme alle banche, ai sindacati e al mondo delle imprese, una nuova giornata dedicata alla questione del credit crunch: "Ne parleremo la prossima settimana, sarà l'occasione per presentare gli emendamenti che stiamo introducendo, quali decreti abbiamo firmato, come stiamo lavorando".
Durante la giornata dedicata alla restrizione dell'accesso al credito, ha annunciato il ministro, "forniremo informazioni su cosa ha fatto la Sace, sua cosa ha fatto la Cassa depositi e prestiti, i dati relativi al flusso del credito e su come avanza il progetto degli osservatori regionali e provinciali". Il ministro ha infine detto che pensa di organizzare "un incontro ogni 15 giorni" per consentire uno scambio di informazioni tra quello che "è ormai divenuto un osservatorio nazionale con gli osservatori delle regioni e delle province".

Per affrontare la crisi l'Europa adotterà una linea comune
Parlando della crisi in Europa, il ministro Tremonti ha affermato che l'Ue "ha deciso di coordinarsi e di adottare una posizione comune". "È un discorso che va visto in termini analitici - ha spiegato. "In primo luogo bisogna distinguere tra annunci di piani e fatti. In secondo luogo bisogna vedere, dentro i piani presentati nei parlamenti, quante risorse sono effettivamente andate all'economia reale e quante invece al salvataggio di banche e finanziarie. L'impressione è che solo una quantità residuale di risorse sia andata all'economia reale. Prima di una decisione europea - ha sottolineato - ci sarà un'analisi di questo tipo. Io ho l'impressione che avremo una posizione europea comune. Il meccanismo europeo è molto più governativo che monetario, ed essendo intergovernativo è più forte politicamente". Tremonti ha ricordato che i paesi europei dell'Ecofin e dell'Eurogruppo hanno iniziato ad agire solo dopo la riunione di fine novembre 2008. "Si è mosso prima solo chi doveva salvare banche. Gli interventi su economia e società sono scattati solo dopo il piano europeo", ha osservato.

Tremonti contro i paradisi fiscali
Per quanto riguarda la questione dei paradisi fiscali, Tremonti ha ricordato che lui stesso è sempre stato contrario, per esempio, alla direttiva europea sulla tassazione del risparmio dei non residenti che, di fatto, riconosce l'esistenza del segreto bancario in Europa. "Io sono sempre stato contrario, ad un certo punto l'Italia ha dato l'assenso alla direttiva europea soltanto perché reggeva la presidenza della Ue".

Occorrono nuove regole per la finanza globale
Il ministro, poi, ha raffreddato le attese per la riunione del G20. Occorrono nuove regole per la finanza globale, un quadro giuridico che dia forma ai valori post crisi, ma siamo soltanto agli inizi. Tremonti ha teso a ridurre le aspettative sull'esito della riunione perchè "si tratta di una riunione che prepara l'incontro del 2 aprile dei Capi di Stato e di Governo".

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