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Bernanke: ci vuole coraggio

"Solo così ci solleveremo dalla crisi"

03 Mar 2009 - 19:07

Lo scenario economico resta molto debole. Ma è possibile tornare a "solidi guadagni" e il governo degli Stati Uniti deve agire con coraggio senza preoccuparsi del debito pubblico. Questo il senso del messaggio del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, il quale dice che soltanto con scelte dure e difficili si potrà risollevare l'economia statunitense e mondiale.

Bernanke invita il governo ad agire coraggiosamente per tirar fuori l'economia da una lunga e profonda stagnazione, anche a costo di un aumento del debito pubblico. "E' meglio muoverci aggressivamente oggi" dice Bernanke nella sua audizione alla commissione Bilancio del Senato "per risolvere i nostri problemi. L'alternativa potrebbe essere una lunga stagnazione, che non solo peggiorerà la situazione delle nostre finanze pubbliche, ma potrebbe portare a una bassa produzione, a una bassa occupazione e a bassi redditi per un lungo periodo".

Scelte coraggiose nonostante l'aumento del debito pubblico
Sull'innalzamento del debito pubblico, Bernanke dice che "è uno sviluppo che avremmo preferito evitare. Ma la nostra economia e le nostre finanze devono fronteggiare un periodo straordinario e il fallimento di un intervento politico per indirizzare per tempo queste difficoltà, potrebbe alla fine risultare ancora più costoso".

Il numero uno della Fed ha aggiunto che la situazione del mercato del lavoro "è peggiorata nell'arco delle ultime settimane" e per questo i tassi di interesse "rimarranno con tutta probabilità bassi per diverso tempo".

Più aiuti alle banche
Bernanke ha anche aggiunto che il governo dovrà estendere il suo intervento a favore del sistema bancario, oltre i 700 miliardi dei fondi Tarp. Di quanto dovrà estenderlo lo si saprà tuttavia solo una volta effettuati gli stress test sulle banche.

Bernanke ha espresso ancora una volta supporto per il piano di stimolo all'economia da 787 miliardi di dollari varato dal presidente Barack Obama. "Sostenendo le spese pubbliche e private, lo stimolo fiscale dovrebbe incentivare la domanda e la produzione nell'arco dei prossimi due anni e al tempo stesso mitigare la perdita complessiva di posti di lavoro e di reddito che si avrebbe senza questo intervento".

Le nubi sul pianeta lavoro
"Le aziende" ha aggiunto Bernanke "sembrano aver ridotto significativamente i loro piani di investimenti in conto capitale" anche perchè la crisi, partita negli Stati Uniti, si è ormai chiaramente propagata a tutto il resto del mondo. Bernanke ha ammesso che lo stimolo fiscale e le conseguenze della recessione peseranno gravemente sulle finanze pubbliche con un deficit federale stimato a quota 1800 miliardi di dollari entro la fine del 2009. "Certo questo è uno sviluppo che tutti noi avremmo preferito evitare, ma la nostra economia e i nostri mercati finanziari sono alle prese con sfide straordinarie e sei policymakers non fossero in grado di affrontare queste sfide in maniera tempestica, allora sarebbe molto costoso per tutti noi alla fine dei conti". Bernanke si è detto tuttavia fiducioso che nel corso del tempo "un certo numero di fattori contribuirà a un ritorno a solidi guadagni dell'attività economica nel contesto di un'inflazione solida e stabile", fattori che includono gli stimoli fiscali e monetari, prezzi più bassi dell'energia e livelli migliori delle scorte. Per queste ragioni, Bernanke ritiene che il governo riuscirà a recuperare parte delle centinaia di miliardi di dollari versati sino ad ora nei forzieri dei colossi bancari. "Se tutto andrà bene, la vendita degli asset acquistati dal Tesoro durante il processo di stabilizzazione si rivelerà una fonte di entrate aggiuntive per il Tesoro negli anni a venire", ha detto Bernanke.

Il caso Aig
Il governatore della Fed ha inoltre difeso l'ennesimo salvataggio di Aig, nonostante le ennesime megaperdite riportate dal colosso assicurativo per oltre 60 miliardi di dollari in soli tre mesi spiegando che la salvezza del gruppo è troppo importante a livello sistemico. Ma ha ammesso di essere furibondo per le scelte scellerate fatte in questi anni da Aig. "Non riesco a pensare a un solo episodio che mi abbia fatto arrabbiare di più in questi ultimi 18 mesi" ha detto "non me ne viene uno in mente più di Aig".

Il governatore ha concluso spiegando perchè gli Usa non seguiranno le orme del Giappone sulla strada della lunga recessione. "L'errore del Giappone è stato quello di non muoversi con adeguata celerità e questo è un errore che noi non stiamo commettendo".

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