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Parmalat, 24 mln dal Banco Popolare

Si chiude il contenzioso sul crack 2003

18 Feb 2009 - 18:41

Il Banco Popolare ha chiuso il contenzioso con Parmalat a proposito del crack del 2003 pagando 24,2 milioni di euro alla società di Collecchio. Lo comunicano i due gruppi in una nota, dicendo che le società "hanno raggiunto accordi transattivi di tutti i reciproci rapporti e pretese" precedenti al collasso del gruppo di Collecchio sotto la gestione Tanzi. A questo riguardo, il Banco Popolare non prevede impatti negativi a conto economico.

Sono stati dunque raggiunti accordi transattivi su tutti i rapporti e le pretese avanzati verso le banche dell'ex Banca Popolare di Verona e di Novara relativi al periodo antecedente la dichiarazione di insolvenza del gruppo Parmalat.

Parmalat e il Commissario delle società del gruppo rinunciano a tutte le azioni revocatorie o risarcitorie nei confronti del Banco Popolare, mentre le banche rinunciano ai crediti a suo tempo ammessi nonchè all'insinuazione delle somme versate. La somma pagata non avrà impatti negativi sul conto economico del Banco Popolare, hanno assicurato i responsabili, "avendo già provveduto a suo tempo ad adeguati accantonamenti".

Quello raggiunto ora è il sesto di una serie di accordi che Parmalat sta siglando per porre fine ai contenziosi legali sorti dopo la dichiarazione di insolvenza della fine del 2003. Da Deutsche Bank, come previsto dall'accordo siglato lo scorso venerdì 6 febbraio, il gruppo di Collecchio riceverà 74 milioni di euro complessivi: 64 a fronte della rinuncia alle azioni revocatorie e gli altri 10, cui si aggiunge la prestazione di servizi di investment banking per un valore pari a 2,5 milioni di euro, per la rinuncia a ogni azione risarcitoria proposta o proponibile.

Ancora al 6 febbraio risalgono gli accordi con Banca popolare dell'Emilia Romagna per 12,5 milioni, con Ubi Banca per 11 milioni e con Banca Popolare di Vicenza per 5,1 milioni di euro. Il contenzioso con Credito Emiliano, invece, è stato chiuso l'11 febbraio: analogamente agli altri, l'istituto deve corrispondere 10 milioni di euro a Parmalat a fronte della sua rinuncia all'azione revocatoria già promossa e a quelle eventualmente proponibili.

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