Chiedono altri 21,6 miliardi di dollari
General Motors e Chrysler hanno consegnato al governo americano i propri piani di ristrutturazione che prevedono oltre a tagli pesanti, anche richieste esose. Le due case automobilistiche potrebbero aver bisogno di altri 21,6 miliardi di dollari, oltre a quelli finora stanziati. Sul fronte dei tagli, Gm prevede la chiusura di altri cinque impianti negli Usa entro il 2012 e un taglio di 47mila posti di lavoro entro la fine dell'anno.
Chrysler, invece, che valuta l'alleanza con Fiat come "l'opzione migliore", lascerà a casa 3mila dipendenti.
Chrysler: al governo Usa chiede altri 5 miliardi
Chrysler sottolinea la necessità di avere bisogno di aiuti supplementari: oltre ai 4 miliardi già incassati, ne chiede altri 5 entro il 31 marzo. Di questi 3 erano previsti nel precedente accordo e condizionati al piano, due invece sono nuovi. Complessivamente Chrysler punta ad ottenere dal governo 9 miliardi di dollari, cioè due miliardi in più rispetto alla richiesta iniziale.
Senza gli ulteriori fondi, e in mancanza di concessioni da sindacati e creditori, Chrysler - spiega la società nel piano - potrebbe essere costretta a chiedere la bancarotta. Un'operazione che potrebbe arrivare a costare 24 miliardi di dollari. Il Chapter 11 - ha comunque rassicurato l'amministratore delegato Bob Nardelli nel corso di una conference call - ''non è necessaria'' per la sopravvivenza di Chrysler.
General Motors batte cassa, chiede altri 16,6 miliardi di dollari
Gm mette sul piatto riduzioni ben più pesanti ma chiede anche un cifra decisamente maggiore. Promettendo un'accelerazione nelle operazioni di ristrutturazione (12 impianti chiusi entro il 2012 e 47.000 posti di lavoro in meno entro il 2009), Gm chiede al governo aiuti ulteriori fino a 16,6 miliardi di dollari, che vanno a sommarsi ai 13,4 miliardi di dollari già ottenuti, portando così - stima il colosso di Detroit - a 30 miliardi le risorse necessarie per il salvataggio, cioè una cifra inferiore a un'eventuale cessione, che costerebbe in media 100 miliardi di dollari.
A tal proposito, General Motors ha anche esaminato tre possibili scenari di bancarotta, ma nessuno dei tre è risultato conveniente: tutti sarebbero infatti di almeno tre volte più costosi di un salvataggio.
Tornando al piano, Gm chiede un prestito da 4,6 miliardi entro marzo-aprile, portando così il prestito totale a 18 miliardi, la cifra inizialmente richiesta. Inoltre, la casa domanda una linea di credito da 7,5 miliardi e lo slittamento del pagamento di una linea di credito da 4,5 miliardi in scadenza nel 2011.
General Motors, poi, deciderà entro la fine di marzo se vendere o chiudere Hummer, il suo marchio di grossi veicoli fuoristrada e suv. Intanto ha chiesto anche aiuti al governo svedese per la Saab prima di procedere a un'eventuale vendita.
L'esame dei progetti partirà - ha assicurato il segretario al Tesoro Timothy Geithner - alla fine della settimana.