"Le richieste dei Paesi vanno arginate"
L'attuale crisi potrebbe scatenare un eccesso di misure protezionistiche nei Paesi di Eurolandia. E il fenomeno dovrebbe essere arginato. A dirlo è la Bce nel suo Bollettino mensile, dove si legge che occorre "arginare le richieste di misure" protezionistiche, pur ammettendo che "ad oggi non si rilevino evidenze importanti di un aumento delle misure concrete" in tal senso.
La Banca centrale europea sottolinea però come al momento "tali spinte tendono a intensificarsi". La Bce sottolinea inoltre che "l'impatto del protezionismo sulla crescita economica e sul benessere delle persone è sostanzialmente negativo".
Per l'autorità di Francoforte "il sostegno alla globalizzazione si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria".
"Il sostegno alla globalizzazione" spiega l'istituto di Francoforte "si indebolisce in diverse regioni del mondo e ciò non desta sorpresa, poichè le spinte protezionistiche tendono a rafforzarsi nei momenti di tensione economica e finanziaria. Per tale motivo, in prospettiva, è molto importante continuare a contrastare le richieste di misure in questo senso". L'impatto del protezionismo sulla crescita economica, spiega ancora la Bce, "è sostanzialmente negativo" ma "la sua entità varia notevolmente da un Paese all'altro e dipende in misura fondamentale dal contesto macroeconomico".
Grave recessione nel mondo, Europa sempre debole
L'economia mondiale "sta attraversando una fase di grave recessione" e per l'area dell'euro persiste "nei prossimi trimestri uno scenario di persistente debolezza". E' quanto si legge nel bollettino mensile della Bce di febbraio secondo cui "l'entità e la durata del rallentamento, dipenderanno in misura fondamentale dai tempi di soluzione della crisi finanziaria".
Gli esperti professionali dell'Spf (Survey of professional forecasters) contattati dalla Bce rivedono fortemente al ribasso le stime sul Pil del 2009 che passa da un positivo +0,3% a un calo dell'1,7%. Si tratta di un'entità della revisione che "non ha precedenti" e le stime ora "sono considerevolmente al di sotto della forchetta" formulato dallo staff dell'Eurosistema a dicembre. Per il 2010 gli esperti prevedono ora una crescita più contenuta del Pil dallo 0,8% iniziale allo 0,6%. Quanto all'inflazione, l'Spf stima un tasso dello 0,9% per il 2009 e dell'1,6% per il 2010.