Obama: "Serve un'azione immediata"
Questa crisi sta costando veramente cara agli Usa anche in termini di posti di lavoro. A gennaio sono stati persi 598mila impieghi, il massimo da 34 anni, ben oltre la stima degli analisti. Mentre dall'inizio della recessione, che risale a dicembre 2007, sono circa 3,6 milioni gli americani rimasti senza una occupazione, il calo peggiore dal dopoguerra. Di questi la metà è stata tagliata negli ultimi tre mesi.
Il settore manifatturiero è stato quello più colpito: a gennaio ha perso 207mila posti, dopo i 162 persi a dicembre. Si tratta della performance peggiore da 26 anni. Nel settore delle costruzioni i posti andati persi sono stati 111mila (-86mila a dicembre), mentre quelli del settore 'retail' sono stati 45mila (-82.700 a dicembre). Da questo bagno di sangue si salva il settore pubblico che dopo aver perso 10.000 posti a dicembre, ne recupera 6.000 a gennaio.
E con questa nuova ondata di disoccupati, il tasso di disoccupazione balza e arriva al 7,6%, in aumento rispetto al 7,2% registrato a dicembre, raggiungendo i livelli del 1992.
I dati sui posti di lavoro persi in gennaio sono ''devastanti'': c'è bisogno di ''un'azione immediata'' perchè ''la situazione non potrebbe essere più seria'', ha commentato il presidente Barack Obama.
A questo punto è ancora più necessaria una pronta approvazione del piano di aiuti in discussione al Senato. "Questi numeri e la sofferenza reale che rappresentano per i lavoratori americani - ha affermato Christina Romer, capo dei consiglieri economici di Obama - rafforza la necessità di una coraggiosa azione di bilancio". "Se non riusciremo ad agire - aggiunge - perderemo milioni di altri posti e il tasso di disoccupazione potrebbe diventare a due cifre".