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Nuovo allarme su prezzi e crescita

Ue, Almunia: "Andrà peggio nel 2009"

27 Giu 2008 - 11:41

"L'economia rallenterà ancora entro fine anno e l'effetto combinato della bassa crescita e dell'aumento del prezzo dell'energia presenteranno il conto nel 2009". E' quanto ha affermato il commissario per gli Affari Economici dell'Ue, Joaquin Almunia, aggiungendo che l'impennata recente dell'inflazione è dovuta a cambiamenti strutturali dell'economia globale e per questo probabilmente rimarrà elevata per un periodo più lungo del previsto.

Secondo le previsioni di primavera presentate dall'esecutivo comunitario lo scorso 28 aprile "l'area euro rallenterà all'1,7%", ha ricordato Almunia: "Da allora le cifre del Pil del primo trimestre sono state migliori del previsto", anche se "i prezzi del petrolio e le cifre sull'inflazione stanno mandando segnali sempre più preoccupanti".

L'economia quindi "rallenterà ulteriormente alla fine dell'anno, e gli effetti si sentiranno nel 2009".
Me è soprattutto l'inflazione, ai massimi storici in Eurolandia, a tenere maggiormente in ansia: "Probabilmente rimarrà elevata per un periodo più lungo di quello che inizialmente avevamo previsto", ha ammesso Almunia, spiegando come "solo intorno a fine anno dovrebbe manifestarsi una significativa decelerazione. Anche se - ha aggiunto - non possono essere esclusi possibili ulteriori rialzi dei prezzi del petrolio e dei prodotti agricoli".

Sul lungo termine, ha ammonito il commissario europeo, "l'aumento dei prezzi è sintomatico di cambiamenti più ampi che stanno avendo luogo nell'economia globale". Dietro ai rincari infatti ci sono "cambiamenti strutturali" e "l'era del petrolio a basso costo disponibile facilmente sta finendo".

Complessivamente secondo Almunia "il periodo della 'Grande Moderazione', il fenomeno della stabilità dei prezzi di cui abbiamo beneficiato nei passati trent'anni sembra essere arrivato alla fine". La prossima decade quindi "sarà caratterizzata da un'intensa competizione per le risorse scarse come il cibo e i carburanti, che riflette le pressioni causate dalla globalizzazione e il sorgere di potenze economiche come la Cina e l'India tra i Paesi in via di sviluppo".

Dal commissario Ue arriva dunque un nuovo invito ai governi e alle parti sociali per il perseguimento di politiche contrattuali improntate alla moderazione salariale: "In questo scenario - ha affermato - la nostra prima preoccupazione è assicurare che gli sviluppi inflazionistici non si radichino. E gli elevati prezzi dei beni non devono portare a spirali prezzi-salari che avrebbero conseguenze molto dannose per le economie e i cittadini europei". Perché "una volta che l'inflazione va fuori controllo - ha sottolineato Almunia - diventa difficilissimo e molto costoso rovesciare la situazione".
Allo stesso tempo, però, il commissario Ue ha ricordato ancora una volta la responsabilità degli Stati e dell'Ue di "proteggere dall'aumento dei prezzi le fasce più vulnerabili della società, che sono le più colpite dall'inflazione".

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