Abi: 5,75% a maggio, top dal 2003
Il presidente della Bce Trichet non ha ancora alzato i tassi, ma le banche italiane sì. E a maggio è stato toccato un altro, l'ennesimo, record dei tassi sui mutui applicati alle famiglie del Belpaese per l'acquisto di abitazioni. Secondo l'ultimo bollettino dell'Abi, il tasso si è posizionato al 5,75%, dal 5,66% del mese precedente, il livello più alto degli ultimi cinque anni.
Il tasso sui mutui, precisa l'Abi, "sintetizza l'andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni a tasso fisso e variabile". A spingere i tassi verso l'alto è proprio la crescente propensione delle famiglie italiane per il tasso fisso.
Solo a maggio dell'anno scorso i tassi di interesse erano al 5,39% e, dopo mesi di ascesa continua, sono saliti fino al picco del 5,72% di dicembre 2007, per poi ripiegare leggermente attestandosi ad aprile al 5,66%.
Al record quinquennale si è collocato il mese scorso anche il tasso medio dei prestiti in euro concessi dalle banche: i finanziamenti sono costati il 6,23% contro il 6,19% di aprile e il 5,68% di un anno prima. Il tasso sui prestiti in euro alle società non finanziarie è invece sceso al 5,35% dal 5,48% del mese precedente.
Resta comunque basso l'indebitamento delle famiglie italiane nel confronto internazionale. In particolare, spiega l'Abi, il rapporto tra debiti finanziari e reddito disponibile si collocava al 47% nel 2006 e le ultime informazioni sul 2007 segnalano un incremento al 50%. Un dato contenuto rispetto al 144% degli Stati Uniti, al 125% della Spagna, al 99% della Germania, all'87% del complesso dell'area dell'euro e anche al 69% della Francia dove piùla dinamica si avvicina a quella del nostro Paese.
La composizione del debito delle famiglie italiane che emerge dall'ultima indagine della Banca d'Italia vede il peso maggiore assunto dai debiti verso banche e finanziarie che incidono per circa l'86% del totale. Un dato in calo rispetto all'88% del 2000 e al 93% del periodo 2002-2004.
A crescere è invece il peso dei debiti commerciali che si attestava al 5,4% nel 2006, e di quelli verso amici e parenti, che si collocava all'8,4%.
La quota di famiglie indebitatesi per l'acquisto di abitazioni era pari nel 2006 a circa il 12%, un valore pressoché identico a quello del 2004 e di poco superiore di quanto osservato nel 2000 e 2002.
Le più esposte risultano essere le famiglie del centro-nord con il capofamiglia maschio, di età compresa tra i 30 e i 50 anni, con titolo di studio medio-alto, con reddito familiare medio-alto e ricchezza finanziaria elevata.
Sempre nel 2006 risultavano aver contratto debiti per fini di consumo il 13% dei nuclei familiari.