Spesa quotidiana, costa il 5,4% in più
A maggio l'inflazione è salita al 3,6%, dal 3,3% di aprile. Lo rivela l'Istat che conferma la sua stima preliminare. Si tratta della variazione tendenziale più alta dall'agosto del 1996. Su base mensile, invece, i prezzi sono aumentati dello 0,5%. Ma l'istituto di statistica ha sottolineato anche che per fare la spesa quotidiana si spende molto di più: l'inflazione a maggio per questo tipo di prodotti ha raggiunto il 5,4%, dal 5,1% di aprile.
Un valore ben più alto del tasso generale. L'Istat nel paniere dei beni ad "alta frequenza d'acquisto" include tutti i prodotti che vengono consumati quotidianamente come alimentari, bevande, affitto, i carburanti, trasporti, fino ai giornali e tabacchi.
I prezzi dei prodotti a media frequenza di acquisto (che comprendono anche abbigliamento, tariffe di luce e gas, medicinali e pacchetti vacanze) sono invece aumentati a maggio del 2,8% su base annua (dal +2,5% di aprile) e dello 0,4% su base mensile. Mentre sono risultati in lieve aumento sul piano congiunturale (+0,2%) e tendenziale (+1,4%, dal +1,7% di aprile) quelli relativi ai prodotti a bassa frequenza di acquisto (comprendono elettrodomestici e articoli sportivi).
Ancora una volta, a spingere verso l'alto l'indice dei prezzi sono soprattutto i continui rincari dei prodotti energetici e degli alimentari.
PREZZI RECORD PER GLI ALIMENTARI
La pasta è aumentata ben del 20,7% in un anno (in aumento dal 18,7% di aprile) e dell'1,8% rispetto al mese precedente. I prezzi di pane e cereali sono cresciuti complessivamente dell'11,3% su base annua (dal +10,6% di aprile) e dello 0,7% su base mensile: in particolare, il prezzo del pane è aumentato del 13,3% in un anno.
In ascesa anche il prezzo del gruppo di prodotti "latte, formaggi e uova" (+0,4% congiunturale, 8,5% tendenziale). In particolare, l'incremento tendenziale del prezzo del latte passa all'11,1%. Accelerazioni della dinamica tendenziale si registrano anche per la frutta (+6,9%) e per le carni (da +3,9%), in special modo per la carne bovina (+4,7%), mentre decelerazioni si rilevano nel comparto del pollame(+5,1%). Anche per gli ortaggi si registra una decelerazione della crescita (+2,9%). Gran parte delle restanti componenti del capitolo alimentare registrano tuttavia ulteriori aumenti congiunturali.
Dati preoccupanti che hanno portato anche ad una drastica riduzione del consumo, dicono le associazioni dei consumatori, invitando il governo ad intervenire.
Nel complesso, i prezzi degli alimentari, comprese le bevande alcoliche, hanno evidenziato un aumento sul piano tendenziale del 5,7% (dal 5,5% di aprile) e dello 0,5% su base mensile. Le dinamica dei prezzi del settore alimentare - precisa l'Istat - risente delle tensioni al rialzo che hanno interessato sia i prezzi dei beni lavorati (cresciuti del 6,3% tendenziale, in marcata accelerazione rispetto al mese precedente), sia quelli dei prodotti freschi (+5%, in leggero aumento rispetto ad aprile), cresciuti entrambi dello 0,5% rispetto ad aprile.
AUMENTI "SUPER" PER LA BENZINA
Aumenti a due cifre per i prezzi del comparto energetico, trainati dai rialzi dei carburanti, in particolare del gasolio che è cresciuto del 26,3%. Secondo i dati forniti dall'Istat, i prezzi del comparto energia sono saliti a maggio del 13,1% rispetto all'anno scorso, in aumento dal +10,5% di aprile, e hanno fatto segnare anche una ''nuova e molto marcata crescita'' su base mensile, pari al +3,3%.
In forte aumento i carburanti, con il prezzo del gasolio aumentato del 26,3% in un anno (contro il +19,3% di aprile) e del 6,8% su base mensile e quello della benzina verde salito dell'11,1% su base annua (dal +8,8% di aprile) e del 5,4% su base mensile.