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L'Ocse dimezza le stime di crescita

Nel 2008 il Pil dell'Italia a +0,5%

04 Giu 2008 - 09:25

L'Ocse dimezza le stime di crescita dell'Italia: nel 2008 il Pil del nostro Paese salirà solo dello 0,5%, dall'1,1% precedentemente previsto, e nel 2009 dello 0,9%. Nell'ultimo Economic outlook l'organizzazione parigina parla di mancanza di dinamismo nella nostra economia e mette in guardia il governo sui conti pubblici che potrebbero peggiorare con il taglio delle tasse. Il deficit/Pil potrebbe quindi salire al 2,5% nel 2008 dall'1,9% del 2007.

Le prospettive indicano una "prolungata crescita lenta" quest'anno. La produttività nelle costruzioni e negli investimenti rimarrà infatti "bassa", come effetto del rallentamento dell'attività dopo il picco del 2007, e, nelle attuali condizioni di incertezza, il risparmio delle famiglie dovrebbe mantenersi invariato. Tuttavia, l'inflazione dovrebbe diminuire e l'export aumentare ad un ritmo "ragionevole", anche se meno intenso rispetto al 2006-2007, "quindi una svolta negli investimenti dovrebbe iniziare a riportare la crescita verso il suo potenziale nel 2009".

Le stime dell'Ocse prevedono infatti un picco di inflazione quest'anno (+3,6% l'indice armonizzato), ma con un rallentamento a partire già dall'autunno 2008 che porterà il 2009 a chiudersi con un tasso del 2,1%.

Aumenterà la disoccupazione, dopo la progressiva riduzione degli ultimi anni: il tasso dal 6,1% del 2007 si dovrebbe salire quest'anno al 6,2% e nel 2009 al 6,5%.

DEFICIT/PIL IN SALITA AL 2,5%
I conti pubblici italiani potrebbero ''deteriorarsi'' nel 2008, come effetto del rallentamento della crescita e delle misure di aumento del deficit, compreso il taglio dell'Ici e dell'Irap. L'Ocse prevede per quest'anno un deficit al 2,5% e per il 2009 al 2,7% (era all'1,9% nel 2007). Secondo l'organizzazione "ci si potrebbe pentire" dei tagli alla pressione fiscale "se i recenti miglioramenti nella riscossione e il conseguente allargamento della base fiscale non saranno sostenuti".

Con il rallentamento dell'economia, sottolinea l'Ocse, il governo "dovrebbe tenere sotto controllo la spesa" e stare attento a non fare niente di più che lasciare agire gli stabilizzatori automatici: il debito pubblico è così alto che è improbabile che un ulteriore allentamento abbia un significativo effetto positivo sulla domanda.

"Ulteriori ritardi alla piena applicazione della riforma delle pensioni dovrebbero essere evitati e i piani di medio termine per ridurre deficit e debito - scrive l'organizzazione - devono essere mantenuti, non da ultimo per gli incrementi della spesa legata all'allungamento dell'età".
L'Ocse sottolinea infatti che "sul lato della spesa, trasferimenti sociali e investimenti pubblici sono previsti in aumento".

CRESCITA AL LUMICINO ANCHE NEGLI ALTRI PAESI INDUSTRIALIZZATI
La situazione economica nei paesi industrializzati che si è venuta a creare in seguito alla crisi finanziaria e all'aumento dei prezzi delle materie prime "è particolarmente instabile". "Molti trimestri di crescita debole si annunciano nella maggior parte delle economie dell'area dell'Ocse" e "l'inflazione globale potrebbe rimanere alta per un certo periodo".
Il Pil dell'area Ocse dovrebbe crescere "solo" dell'1,8% nel 2008 e dell'1,7% nel 2009. "Sembra sempre più probabile -scrive l'Ocse- che le turbolenze sui mercati finanziari abbiano iniziato a calmarsi. Tuttavia le ripercussioni rallenteranno la crescita ancora per molto tempo". Negli Stati Uniti, osserva l'organizzazione internazionale, "l'attività economica essenzialmente stagnerà per tutto il 2008 prima di ripartire in particolare grazie all'aggiustamento che si registrerà nel settore immobiliare e con la normalizzazione delle condizioni di credito". La crescita vigorosa delle esportazioni, favorita dal deprezzamento del dollaro, rileva l'Ocse, "contribuirà a portare il deficit intorno al 4,5% del Pil l'anno prossimo".
Nella zona euro, sottolinea l'organizzazione internazionale, "l'attività registrerà un rallentamento" durante tutto il 2008. "La crescita si riprenderà progressivamente" a partire dal 2009 "mentre inizieranno a scomparire le ripercussioni legate alle turbolenze finanziarie" . La domanda interna, rileva ancora l'Ocse, "dovrebbe beneficiare della creazione di nuovi posti di lavoro e di una progressione più consistente dei salari". L'inflazione "che si è fortemente accelerata dovrebbe rallentare e tornare intorno al 2% appena si attenueranno gli effetti legati al prezzo dell'energia e dei prodotti alimentari". Le prospettive di crescita della zona euro, rileva ancora l'Ocse, "sarebbero più favorevoli se nuove riforme strutturali fossero applicate per miglioramento il funzionamento del mercato del lavoro e del mercato dei prodotti".

Passando ai dati, il Pil nella zona euro dovrebbe crescere nel 2008 dell'1,7% e dell'1,4% nel 2009 contro +2,6% nel 2007.
Nel primo trimestre dell'anno il Pil in Eurolandia dovrebbe registrare una crescita del 3,1% per poi crescere dello 0,2% nel secondo trimestre, dell'1,1% nel terzo e dell'1,2% nel quarto trimestre. 

Per quanto riguarda i principali paesi della zona euro, il Pil della Germania dovrebbe crescere dell'1,9% nel 2008 e dell'1,1% nel 2009 dopo +2,6% nel 2007. In Francia dovrebbe attestarsi rispettivamente a +1,8% e +1,5% contro +2,1% nel 2007. In Spagna, dopo +3,8% nel 2007, il Pil dovrebbe crescere dell'1,6% nel 2008 e dell'1,1% nel 2009. 
Negli Stati Uniti dovrebbe crescere dell'1,2% nel 2008 e dell'1,1% nel 2009 dopo il +2,2% che si dovrebbe registrare nel 2007. In Giappone il Pil dovrebbe registrare nel 2008 una crescita dell'1,7% e nel 2009 dell'1,5% dopo +2,1% nel 2007. Nel Regno Unito, infine dovrebbe crescere nel 2008 dell'1,8% e dell'1,4% nel 2009 contro +3% nel 2007.

Riportiamo, di seguito, le nuove stime di crescita dell'Ocse nei paesi maggiormente industrializzati:

  2008       2009 Usa               1,2        1,1Giappone          1,7        1,5Euro area         1,7        1,4Ocse              1,8        1,7 Italia            0,5        0,9Francia           1,8        1,5Germania          1,9        1,1Spagna            1,6        1,1Gran Bretagna     1,8        1,4Belgio            1,7        1,7Australia         2,9        2,7Austria           2,3        1,7Canada            1,2        2,0Rep. Ceca         4,5        4,8Danimarca         1,2        0,6Finlandia         2,8        2,3Grecia            3,5        3,4Ungheria          2,0        3,1Islanda           0,4       -0,4Irlanda           1,5        3,3Corea             4,3        5,0Lussemburgo       3,0        4,0Messico           2,8        3,3Olanda            2,3        1,8Nuova Zelanda     1,3        2,1Norvegia          2,6        1,8Polonia           5,9        5,0Portogallo        1,6        1,8Slovacchia        7,3        6,1Svezia            2,1        2,1Svizzera          2,0        1,4Turchia           3,7        4,5

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