Esportazioni per oltre un miliardo di $
Americani, tutti pazzi per il vino made in Italy. Fermo o frizzante, rosso, bianco o rosato, poco importa purché prodotto nel Belpaese. E i numeri lo dimostrano: per la prima volta nella storia le esportazioni di rossi e vermouth hanno superato il miliardo di dollari in un anno, con un incremento record dell'11,4%. Lo rende noto con soddisfazione la Coldiretti sulla base delle elaborazioni ICE sui dati del Dipartimento del Commercio USA relativi all'intero 2005.
Una quantità che - precisa la Coldiretti - rappresenta una quota di mercato del 31% tra i vini stranieri negli Usa e consegna all'Italia il primato nei confronti dei paesi concorrenti, tra i quali figurano nell'ordine l'Australia che copre il 28% del mercato e la Francia con il 14%.
La maggior parte delle esportazioni Made in Italy - continua la Coldiretti - sono rappresentate da vini da tavola imbottigliati che con 197,91 milioni di litri (+ 9,7%) consegnati oltre oceano sviluppano un valore di 978,09 milioni di dollari (+11,7%), seguiti dagli spumanti con 13,6 milioni di litri (+ 7,5%) e un valore 74,95 milioni di dollari (+ 10,3%).
Nell'ambito dei vini spumanti - rileva la Coldiretti - la Francia conserva largamente il primato sul mercato statunitense con quasi la metà delle bottiglie (45,2% del totale degli spumanti esportati) ma l'Italia recupera spazio al secondo posto con quasi un terzo delle bottiglie (29,7%).
Si tratta di risultati straordinari che - afferma la Coldiretti - giungono a distanza di vent'anni dallo scandalo del metanolo e testimoniano un percorso di successo che ha portato l'Italia ad essere il primo esportatore mondiale di vino con un valore di 2,8 miliardi di euro (+250% rispetto al 1986) che ha contribuito a portare il fatturato del settore nel 2005 a 9 miliardi di euro (+260 % rispetto al 1986) grazie anche al raddoppio del numero di vini certificati come doc, docg e igt che nel 2005 sono 460 rispetto ai 228 dell'86.
Numeri che potrebbero ulteriormente migliorare se dai negoziati sul commercio internazionale nel Wto venisse anche un chiaro segnale di stop alla "vinopirateria" e al "falso" Made in Italy.
Negli Stati Uniti si stima che il mercato dei vini di imitazione del Made in Italy e' infatti quasi uguale a quello delle nostre esportazioni ed in altre parole e' "falsa" una bottiglia su due.