Tonfo in Borsa per il titolo
I conti trimestrali deludono le attese degli analisti e così Google vive la peggior seduta al Nasdaq della sua storia, bruciando con una flessione dell'8,7% (a 394,9 dollari) ben 12 miliardi di capitalizzazione. Il tonfo di Borsa della società di Mountain View era stato anticipato alla vigilia, subito dopo la diffusione dei dati di bilancio, quando i titoli hanno segnato perdite negli scambi serali con punte fino al 20%.
Al netto degli oneri straordinari, gli utili per azione di Google si sono attestati a 1,54 dollari rispetto agli 1,76 attesi dal mercato. Il risultato netto, invece, è stato di 1,22 dollari per azione per complessivi 372,2 milioni, in aumento dell' 82% rispetto ai 204,1 milioni (71 centesimi) dello stesso periodo 2004, ma inferiori ai 381,2 milioni del terzo trimestre 2005. Il fatturato è aumentato dell' 86% a 1,92 miliardi, in linea con le previsioni della vigilia.
In poche settimane, quindi, i titoli della compagnia di Mountain View hanno toccato il massimo storico di 475,11 dollari (l'11 gennaio), il primo scivolone (meno 8,47%) per la richiesta del Dipartimento di Giustizia Usa sul database di ricerca della propria clientela, nell' ambito di una campagna anti-pedofilia online, e infine il tonfo odierno per i conti sotto le attese.
Gran parte degli analisti, tuttavia, conferma piena fiducia sul potenziale di crescita di Google e sulla sua capacità di fornire servizi innovativi. Csfb, ad esempio, ha portato il target price a 500 dollari, dai precedenti 475, considerando il titolo uno dei più appetibili del comparto Internet. L'outlook tende al bello, al punto che gli utili 2006 sono stati portati da 8,88 dollari per azione precedenti agli attuali 9,31 dollari.
Prudential Equity Group, inoltre, ha fissato il prezzo di riferimento a 500 dollari, giudicando le vendite odierne una buona occasione per investire su Google. Per Goldman Sachs, l'aumento del giro d'affari è stato ben superiore alle proprie previsioni, mentre Ubs, che ha tagliato il giudizio a "neutral", ha espresso dubbi su crescita del fatturato internazionale e scarsa presenza in alcuni mercati strategici.
Insomma, la bufera potrebbe essere prossima alla fine anche se "è giusto essere prudenti", ha notato in un'intervista Scott Kessler, analista di Standard & Poor's. "Se chiedete a molti trader perchè si posizionano su Google, vi risponderanno: perchè è un titolo che sale ogni giorno. Un'ottima tesi certo" ha osservato "almeno fino a quando il titolo non inizia a calare".