UN'INDAGINE CONFCOMMERCIO-CENSIS

Commercio, contraffazione e abusivismo danneggiano imprese

Secondo uno studio Confcommercio-Censis: "Bar e ristoranti perdono 17,2 miliardi l'anno". Mentre "rischiano la chiusura 43mila esercizi". Coldiretti: "Quasi 2 prodotti contraffatti su 3 provengono dalla Cina". Impennata degli acquisti dei prodotti low-cost a causa della crisi

11 Nov 2013 - 12:20
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Abusivismo e contraffazione causano alle imprese del commercio, bar e ristorazione 17,2 miliardi di euro l'anno di perdite di fatturato. Il danno è calcolato grazie a una indagine Confcommercio-Censis, la prima, sui riflessi economici dei mercati irregolari.

"43mila imprese rischiano la chiusura" - Ogni impresa commerciale perde 202mila euro di fatturato l'anno a causa di abusivismo e illegalità. Lo calcola un'indagine Confcommercio-Censis. Nel commercio, i mancati introiti mettono a rischio l'attività di 43mila negozi regolari l'anno, insieme al lavoro di 79mila addetti regolari. Gli esercizi commerciali irregolari o abusivi sono in media - segnala l'indagine - il 7,1% del totale sul territorio nazionale. Nel caso dei mercati e aree pubbliche la media balza però al 19,4%. Percentuale che torna a impennarsi nel caso di Sud e Isole dove la presenza di esercizi illegali sfiora il 12% (11,6%).

Coldiretti: "Quasi due prodotti contraffati su tre provengono dalla Cina" - Quasi due prodotti contraffatti su tre (65 per cento) in arrivo nel mercato europeo provengono dalla Cina che si conferma essere la centrale mondiale della falsificazione. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della relazione annuale della Commissione europea sulle azioni delle dogane per il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) nel 2012. Le dogane dell'Unione Europea – sottolinea la Coldiretti - hanno sequestrato quasi 40 milioni di prodotti per un valore delle merci intercettate vicino al miliardo di euro. I prodotti maggiormente contraffatti in termini di valore sono - precisa la Coldiretti - gli orologi (20 per cento), borse e portafogli (15 per cento), vestiti (12 per cento), profumi e cosmetici (7 per cento) e sigarette (6 per cento). Con la crisi in Italia – continua la Coldiretti - sono in crescita le contraffazioni alimentari con un aumento del 170 per cento del valore dei cibi e bevande sequestrate dai carabinieri dei Nas nei primi nove mesi del 2013 rispetto al 2007.

Sangalli: "Abusivi sette esercizi su cento"
- "In Italia sette esercizi su 100 sono abusivi, nei mercati ambulanti del Mezzogiorno si arriva a un abusivo su tre. Siamo in una situazione di allarme rosso". Lo afferma il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, che, nella giornata di mobilitazione della confederazione a favore della legalità, chiede "tolleranza zero contro ogni forma di illegalità che si annida anche nelle professioni, nei servizi e nei trasporti, per non parlare del contrabbando". Confcommercio, ha annunciato il direttore Ufficio studi Mariano Bella, farà diventare annuale l'indagine sugli effetti economici dei mercati abusivi e irregolari.

"A Roma contraffazione in aumento" - "Una piaga quella della contraffazione e della vendita illegale che non accenna a diminuire, anzi, i dati in nostro possesso riguardanti il 2013, sia relativamente alla diffusione che alla vendita del contraffatto, sono in continua crescita, come in crescita è il numero degli imprenditori romani (+17%) che vedono nella contraffazione la terza causa, dopo la pressione fiscale e le lungaggini burocratiche, della crisi della propria attivita'", afferma il presidente della Confcommercio di Roma, Giuseppe Roscioli. "Il fenomeno è in crescita soprattutto nel centro storico, nei quartieri semicentrali, nelle aree mercatali, nei quartieri periferici, nelle Università e negli spazi delle metropolitane", secondo Roscioli che spiega: "Risulta che da gennaio a oggi 1 romano su 3 ha comprato almeno un prodotto contraffatto. Analogo percentuale è stata riscontrata a livello regionale. I prodotti e gli articoli contraffatti che i clienti comprano con maggiore frequenza appartengono in primo luogo al settore dell’abbigliamento e delle calzature (45,5%), seguono gli accessori come borse, cinte, guanti e cappelli (39%), e la bigiotteria come collane, bracciali orecchini (21%). Ma ad essere coinvolti sono anche settori come quello dei giocattoli (17%), della cosmesi o della profumeria (15%) che, esonerati da ogni controllo sanitario, possono avere effetti nocivi importanti per la salute dei consumatori". "Va segnalato che rispetto al 2010 (fonte: indagine Confcommercio-Format Research, ndr) anche a Roma così come nel resto d'Italia - precisa -, è aumentato l'acquisto di prodotti parafarmaceutici e di farmaci (rispettivamente +30% e +20%) di dubbia provenienza - aggiunge -, con tutti i rischi inevitabili sotto il profilo della sicurezza".

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