Ad affermarlo la Banca dei regolamenti
Altro che Enron. Il crac della Parmalat è stato il più oneroso fallimento della storia. Ad affermarlo è la Bri, la Banca dei Regolamenti Internazionali che rincara la dose: "L'affare Parmalat ha messo in luce carenze a ogni possibile livello: organi di dirigenza, revisori interni ed esteri, banche creditrici, promotori finanziari, agenzie di rating, analisti delle banche d'affari nonché responsabili della sorveglianza su molti dei suddetti ambiti".
L'Italia, quindi, per una volta batte anche i colossi americani. Il primato, però, non è certo invidiabile, visto che si tratta di un fallimento. Perché nonostante il mondo finanziario stia operando un cambio prima di tutto culturale, la Bri fa notare che lo scorso anno "sono emerse da taluni episodi inquietanti negligenze nella governance in entrambi i settori privato e finanziario".
Il fallimento record però, secondo quanto afferma la Bri, non ha "prodotto il benché minimo effetto sulla formazione dei prezzi nel mercato del credito alle imprese", al contrario di quanto era avvenuto, ad esempio, con quello della Enron che aveva causato delle ripercussioni estremamente negative su tutti i mercati. La Bri si domanda il perché: "Se si sia trattato della giusta reazione di fronte alla natura sui generis di un'enorme frode, ovvero di un malaugurato effetto collaterale della propensione al rischio manifestata di recente dai mercati finanziari, è questione aperta". Tuttavia, conclude la Bri, "la risposta potrebbe divenire sempre più evidente via via che i mercati si preparano al concretizzarsi di un rialzo dei tassi ufficiali".