Latte e uova costano il 26% in più, la carne e a +15%. Più convenienti solo tabacchi e alcol
© Ansa
Fare la spesa in Italia costa l'11% in più rispetto alla media europea. La segnalazione arriva dalla Coldiretti, che ha effettuato un'indagine su quanto pesa sul nostro bilancio il "carrello". Per latte, formaggi e uova si arriva a punte del +26% rispetto alla media, ma più cari risultano anche carne e pane, rispettivamente a +15% e +14%. Più economici solo tabacchi e bevande alcoliche.
I primi costano infatti l'1% e le seconde il 2% in meno rispetto alla media degli altri Paesi.
Sigarette in Ungheria, carne in Polonia - Nella sua indagine, Coldiretti ha scoperto che il Paese più caro per fare la spesa è la Danimarca (+43% rispetto alla media) mentre quello più a buon mercato è la Polonia (-39%). Un ipotetico "globe trotter del carrello", per risparmiare in Europa, dovrebbe comperare le sigarette in Ungheria (costano il 48% in meno rispetto alla media Ue), gli alcolici in Bulgaria (-33%) dove più convenienti risultano anche il pane e gli altri cereali (-43%), mentre la carne costa il 45% in meno in Polonia dove anche latte, formaggi e uova hanno i prezzi più bassi (-37%). Tutto questo senza considerare però i livelli qualitativi e di sicurezza.
Due milioni di ettari rubati all'agricoltura - Una situazione che, spiega la Coldiretti, riflette numerosi fattori che vanno dalla situazione economica generale dei Paesi alle abitudini a tavola, ma che dipende anche dalle caratteristiche del sistema agroalimentare delle diverse realtà. L'Italia, sottolinea l'associazione, è costretta a importare oltre il 25% del suo fabbisogno alimentare, ma si sale al 40% per latte e carne, per colpa di un modello di sviluppo industriale sbagliato che ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata.
Prezzi fissati dall'alto - La ragione del differenziale più elevato per i prezzi dei prodotti alimentari va ricercata in Italia anche, sostiene la Coldiretti, nelle distorsioni presenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, considerato che i prezzi alla produzione agricola per alcuni prodotti come i cereali sono spesso determinati a livello comunitario se non addirittura internazionale.