Il successore della Marcegaglia: "Ho vinto in volata. Cercherò di riportare con noi Fiat"
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La giunta di Confindustria ha designato presidente Giorgio Squinzi per i quattro anni del dopo-Marcegaglia. Il patron della Mapei ha avuto 93 voti mentre il suo avversario, Alberto Bombassei, ne ha ricevuti 82. Dopo la designazione, il 19 aprile il presidente designato presenterà la squadra di "governance" e il programma. L'elezione vera e propria avverrà durante l'assemblea privata in programma per il 23 maggio.
Il nuovo presidente resterà in carica fino al 2016. Per lui il debutto pubblico è fissato per il 24 maggio, il giorno successivo all'elezione ufficiale, e sarà alla presenza di alcuni ministri del governo.
Squinzi: "Obiettivo crescita"
"Sono molto lieto dell'esito della votazione. Il mio obiettivo è essere il presidente di tutti e mi adopererò per questo", ha detto il presidente designato. "Questa presidenza per me è una missione - ha continuato -. Darò una spinta importante nella direzione di trovare la crescita. Il Paese ha bisogno di ritrovare la crescita per ritrovare il progresso economico, sociale e civile e per combattere il grave problema della disoccupazione, sopratutto quella giovanile".
Il programma presentato durante la campagna elettorale, ha spiegato, "era molto semplice. Ora lo riempirò di cose specifiche dopo aver consultato la base". Squinzi ha spiegato che i programmi dei due candidati alla successione di Marcegaglia aveva una "differenza minima". "Questa presidenza di Confindustria - ha sottolineato - per me è una missione. Tanti amici mi hanno chiesto di candidarmi, io l'ho fatto, ho vinto e sono contento. Ho vinto sul filo di lana, in termini sportivi ce l'ho messa tutta, mi ricordo il ciclista della mia squadra Oscar Freire: veniva fuori negli ultimi 50 metri e batteva tutti".
"Cercherò di riconquistare la Fiat"
"Non so che margini di ricomposizione ci possano essere. Se ci saranno, cercherò di esperire ogni tentativo per riportare Fiat all'interno". Così Squinzi ha risposto a chi gli chiedeva dell'uscita del Lingotto da Confindustria e se ci fosse la possibilità per un suo ritorno nell'associazione.
Chi è il successore di Emma Marcegaglia
Giorgio Squinzi è nato a Cisano Bergamasco il 18 maggio 1943. Nel 1970, dopo una laurea in Chimica industriale, fonda con il padre la Mapei. Il gruppo industriale è oggi il maggior produttore mondiale di adesivi e prodotti chimici per l'edilizia. Dà lavoro a 7.500 persone, ha 59 stabilimenti produttivi, nove dei quali in Italia e 50 nel resto del mondo, in 27 Paesi nei cinque continenti.
L'azienda dedica a sviluppo e ricerca il 5% del fatturato (pari a 1,6 miliardi) e il 12% dei dipendenti. Dalla morte del padre, avvenuta nel 1984, Squinzi è amministratore unico della società. Nel 1998 viene nominato Cavaliere del lavoro, Cavaliere di San Gregorio Magno del Vaticano e Commandeur de l'Ordre de la Couronne del Belgio. Nel 2002 il Politecnico di Milano gli conferisce la laurea honoris causa in Ingegneria Chimica. Dal 2010 è presidente di Cefic, l'Associazione Europea delle Imprese Chimiche.
Nel giugno 2011 entra a far parte del Consiglio Superiore della Banca d'Italia. Dal 1993 al 2002 la Mapei è sponsor dell'omonima squadra di ciclismo. Dal 2002 Giorgio Squinzi è patron del Sassuolo calcio. In ambito associativo, Squinzi dal 1997, per sei mandati (1997-2003 e 2005-2011), ricopre la carica di presidente di Federchimica. Da luglio 2003 a maggio 2004 è vicepresidente con delega per l'innovazione e lo sviluppo tecnologico di Confindustria. Nel 2008 ricopre la carica di vicepresidente di Assolombarda. Dal 2010 è Presidente del Comitato Tecnico per l'Europa di Confindustria.
Squinzi: mai licenziamenti nella sua società
Il motto di Squinzi è tutto un programma: "Non smettere di pedalare". Pare infatti che Giorgio Squinzi, il presidente designato di Confindustria, coltivi tre grandi passioni: oltre al calcio, ama andare in bicicletta e adora musica classica (è Fondatore permanente della Scala).
Coniugato, con due figli, approda al timone di Confindustria in una fase molto delicata per i rapporti sindacali, proprio mentre infuriano le polemiche sulla riforma del mercato del lavoro. Durante la campagna per la successione a Emma Marcegaglia, e il suo testa a testa con Bombassei, in casa sindacale è stata fatta notare una sua qualità notevole, e cioè che non avrebbe mai effettuato licenziamenti per la riduzione di organici e non avrebbe mai chiesto trattamenti di cassa integrazione.
Sulla controversa questione dell'articolo 18, Squinzi ha detto: "Per il ritorno allo sviluppo nel nostro Paese non è l'unico problema, ma è un'anomalia tutta italiana". Non solo, ma a suo giudizio l'articolo 18 "non è il motivo per cui nessuno viene più a investire in Italia o per cui gli imprenditori italiani hanno perso la voglia di investire nelle loro imprese". Il neo presidente designato non chiude poi la porta in faccia alla Fiom: "Se ci si parla - ha recentemente detto - anche con la Fiom si possono trovare delle soluzioni". Ossia, ha aggiunto, bisogna stimolare "un colloquio continuo tra tutte le parti sociali. Io non sono per lo scontro".
I COMMENTI
Marcegaglia: "C'è volontà di compattezza e unità"
"Credo che come è sempre stato, tuttisi troveranno e si compatteranno intorno al nuovo presidenteche sarà presidente di tutti, sia di chi l'ha votato che dichi non l'ha votato". CosìEmma Marcegaglia ha salutato la designazione di GiorgioSquinzi come suo successore. Per la Marcegaglia, "c'è unagrande voglia di lavorare insieme, c'è la consapevolezza ditutti che solo una Confindustria unita, compatta, forte,indipendente, può continuare ad agire per il bene degliimprenditori e per il bene comune in uno scenario difficile".Al termine della giunta, ha sottolineato la Marcegaglia, "c'eraun clima molto bello, di grande volontà di compattezza eunità, lo stesso Bombassei ha fatto un discorso moltocostruttivo".
Bombassei: "Squinzi interpreti il cambiamento"
"Il risultato dimostra quanto sia ampia la realtà degli imprenditori italianiche spinge per un profondo cambiamento di Confindustria - ha detto Bombassei -. Squinzi ha il compito di tenere unita l'associazione, diascoltare le istanze di cambiamento, di dare voce e ruolo aquesta nuova realtà.Faccio i migliori auguri di buon lavoro a Giorgio Squinzi, acui tutti noi siamo pronti a dare piena e lealecollaborazione".
Conti: "Ci ricompatteremo"
Confindustria "si può ricompattare su un programma, che credo sia simile per entrambi. Ha vinto una persona di alto valore, così come lo è anche il suo concorrente". Giudica così l'esito del voto segreto della giunta di Viale dell'Astronomia l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti. "Siamo fiduciosi che Confindustria si compatterà e porterà avanti il suo compito", ha aggiunto. Alle domande dei cronisti, Conti ha risposto: "Non c'è spaccatura. Squinzi farà il necessario per mantenere Confindustria compatta".
Confalonieri: Squinzi sarà un grande presidente
Giorgio Squinzi "sarà un grande presidente ed è un grande imprenditore, come lo è anche Alberto Bombassei". Così il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, commenta la designazione di Giorgio Squinzi alla guida di Confindustria. "E' una buona notizia", ha sottolineato Confalonieri, replicando a chi chiedeva se il testa a testa tra i due candidati implichi una spaccatura: "Non c'è nessuna spaccatura, hanno corso, uno ha vinto. Ora lavoreranno insieme".
Moretti: "Nessuna spaccatura, la nostra forza è l'unità"
"Confindustria sa che la sua forza è l'unità", sottolinea l'amministratore delegato di Ferrovie, Mauro Moretti, dopo la designazione di Giorgio Squinzi. "Con il contributo di tutti, anche di Bombassei , - dice Moretti - ci saranno tutte le condizioni per ritrovare un lavoro unitario". Il voto della giunta indica una spaccatura? "No, con due candidati di grande personalità era ragionevole aspettarsi consenso per l'uno e per l'altro".
Rosso: avrei preferito un candidato più giovane
"Mi sarebbe piaciuto avere una persona più giovane alla guida di Confindustria. Ma è stata designata una persona degna e capace. Certo un po' di giovinezza in più non avrebbe guastato". E' stato questo il commento di Renzo Rosso, patron della Diesel, all'uscita dalla giunta di Confindustria. Sull'ipotesi di una spaccatura, vista la vittoria di misura di Squinzi su Bombassei, Rosso spiega: "Speriamo bene perché Squinzi ha un buon charme ed è un buon padre di famiglia".