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Alitalia, arrivati i ristori Covid: sbloccato l'ultimo 50% degli stipendi

Proseguono le proteste dei lavoratori, che fanno appello al premier Draghi affinché fermi l'ondata di licenziamenti che colpirebbe la ex compagnia di bandiera con la creazione della newco


Alitalia ha ricevuto gli attesi ristori Covid e può ora procedere al pagamento del restante 50% degli stipendi di marzo. Lo fanno sapere i commissari in una comunicazione interna ai dipendenti. "Vi informiamo che a seguito dell'accredito dei ristori ritenuti adeguati dalla Commissione europea - scrivono Leogrande, Santosuosso e Fava - siamo in grado di procedere al pagamento del rimanente 50% degli stipendi di marzo, che riceverete con valuta 8 aprile".

Intanto proseguono le proteste dei lavoratori, che fanno appello al premier Draghi affinché fermi l'ondata di licenziamenti che colpirebbe la ex compagnia di bandiera con la creazione della newco, in base all'attuale piano industriale e alle richieste di Bruxelles.

 

Dopo le manifestazioni della settimana scorsa sotto il Ministero dello Sviluppo e all'aeroporto di Fiumicino, anche martedì 6 aprile sono proseguite le proteste: circa trecento lavoratori della compagnia, tra operai, impiegati e hostess, hanno sfilato in un corteo sempre allo scalo romano. "I lavoratori di Alitalia chiedono a Draghi una risposta, un intervento autorevole che sia in linea con l'autorevolezza che il Parlamento ha riconosciuto al Premier Italiano. Presidente Draghi, se c'è , batta un colpo", invoca il presidente di Naca piloti Alitalia, Franco Zorzo, sottolineando che i dipendenti "hanno fatto tutti il loro dovere, facendo enormi sacrifici anche sotto la gestione commissariale".

 

Il sindacalista denuncia quindi che il "governo Draghi si prepara ad allestire il tavolo per i commensali stranieri ed un menù che prevede come unica portata porzioni di Alitalia in un bagno di licenziamenti" e "la fine del Trasporto Aereo italiano".

 

Il leader della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, denuncia il silenzio "sconcertante" del governo, sollecitandolo a prendere posizione nei confronti dell'Ue. E al "grido" Alitalia "è la nostra Ilva", scende nuovamente in campo anche il comune di Fiumicino a difesa di un'azienda che tra dipendenti e indotto dà lavoro a migliaia di persone sul territorio.

 

A surriscaldare gli animi, anche tra alcuni politici, c'è poi la decisione della Commissione Europea di dare il via libera a un investimento del governo francese fino a 4 miliardi per ricapitalizzare Air France, una scelta che viene vista come una politica da due pesi e due misure. Con questa iniezione di liquidità lo Stato francese sarà autorizzato a salire fino a "un po' meno del 30%" nel capitale di Air France, contro il 14,3% di oggi. Bisogna "far notare all'Ue che non si possono applicare due pesi e due misure", sottolinea la senatrice M5s Giulia Lupo, spiegando che "il fatto che Alitalia fosse in amministrazione straordinaria già prima della pandemia, non può precludere la scelta del nostro Paese di avere un vettore di bandiera e di rilanciare un asset strategico".

 

Sulla stessa linea il Capodelegazione di Fratelli d'Italia e membro della commissione Trasporti al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza, che parla di "figli e figliastri" a Bruxelles, e Marco Campomenosi, capo delegazione Lega al PE e anch'egli membro della commissione Trasporti, che accusa l'Ue di tenere "in ostaggio il futuro di Alitalia e dei suoi dipendenti". Lo stesso Tarlazzi parla di una "discriminazione evidente" nei confronti di Alitalia.

 

Per quanto riguarda la trattativa governo-Commissione Ue, al momento per questa settimana non sono previsti incontri video tra i ministri dell'Economia, Daniele Franco, dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, con la Commissaria Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager. I nodi da sciogliere riguardano il marchio Alitalia, il numero di slot a Milano Linate, l'handling e manutenzione e il programma fedeltà MilleMiglia. 

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