Un inverno senza acqua: la Sicilia nella morsa della siccità
Il 16% dell’Europa è minacciato dalla mancanza di piogge, uno scenario che in un mese storicamente freddo come febbraio diventa drammatico, soprattutto per la nostra regione più colpita
Giornate quasi primaverili, piogge che non arrivano o se arrivano cadono volente e improvvise per pochi giorni e su terreni asciutti, allagandoli. Il risultato è una siccità drammatica che sta assetando buona parte dell’Europa mediterranea.
Nelle scorse settimane hanno fatto il giro del mondo le immagini di un bacino spettrale in Catalogna. In questi giorni a preoccuparci, invece, è proprio casa nostra. La Sicilia e la Sardegna, in particolare.
La siccità asseta la Catalogna: il bacino di Sau diventa un sito fantasma
Non è un set cinematografico, ma le rive asciutte di un bacino in provincia di Girona. La Spagna continua a soffrire per gli effetti della grave siccità, la peggiore da quando sono iniziate le rilevazioni, più di un secolo fa. Quello immortalato è il bacino idrico di Sau, uno dei principali dell’area metropolitana di Barcellona. Il livello dell'acqua è inferiore al 4,06% della capacità, dopo tre anni di siccità nell’intera regione catalana. Nello stesso periodo, dieci anni fa, la percentuale era del 63,69. Così anche le rovine della chiesa di santa Romà tornano a respirare. Quasi una richiesta d’aiuto di un Pianeta sempre più allo stremo.
Per contenere la crisi sono entrate in vigore misure di emergenza, che prevedono tra le altre cose la riduzione del consumo d’acqua per agricoltura, allevamenti, industrie e uso domestico, e perfino l'approvvigionamento di acqua potabile via nave da Valencia.
Sulle isole, i bacini sono riempiti al 50% della loro capacità. A dirlo è l’Osservatorio ANBI (Ass. Naz. Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari), che ha anche riportato che rispetto all’anno scorso, mancano 440 milioni di metri cubi d’acqua. Rispetto alla media degli ultimi 14 anni, stiamo parlando di un deficit d’acqua del 32%.
La situazione siciliana è quella che preoccupa di più. Il primo mese dell’anno è stato il quinto consecutivo a registrare precipitazioni inferiori alla norma. La seconda metà del 2023 è stata infatti la più arida da oltre un secolo: da settembre a dicembre, la mancanza complessiva è di circa 220 millimetri di pioggia, mentre il solo ultimo mese dell'anno ha registrato deficit di precipitazioni fino al 96% su alcune località tra le province di Enna e Catania.
Per questo venerdì il presidente della Sicilia Renato Schifani ha dichiarato lo stato di calamità naturale su tutta la regione, creando una task force per fronteggiare la carenza idrica. A preoccupare sono soprattutto le conseguenze sull’agricoltura e l’allevamento, perché la mancanza di piogge rende difficile raccogliere l’acqua per irrigare i terreni e l’assenza di vegetazione ha degli impatti sul nutrimento degli animali.
Uno scenario che in estate può sembrare più accettabile, ma che a febbraio, mese solitamente freddo e piovoso, diventa drammatico. Come ha riconosciuto lo European drought observatory di Copernicus, ormai il 16,1% dell’Europa è minacciato dalla siccità, mentre l’1,2% è già in allarme conclamato. Stiamo parlando delle spagnole Maiorca, Murcia e Regione Valenciana, e appunto della nostra Sicilia.
Un’emergenza che non può più lasciarci indifferenti.
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