LE VIE DELL’ACQUA

Terra a secco

Acqua, siccità, invasi, crisi idrica. Quante volte, negli ultimi anni, avete sentito queste parole? In cinque appuntamenti E-Planet prova a fare chiarezza su questi temi, parlando delle cause, delle conseguenze, delle problematiche ma anche delle possibili soluzioni

di Sara Del Dot
07 Ago 2025 - 16:52
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Ramona Magno - Responsabile Osservatorio Siccità Istituto per la bioeconomia CNR:

A giugno le precipitazioni sono state fortemente inferiori alla media. Questo impatterà ulteriormente anche sulle varie siccità di lungo periodo. Se si va indietro di 1 anno, ma soprattutto di 2 anni, vediamo come il sud Italia è ancora fortemente in crisi. Inoltre, le precipitazioni che si sono avute in inverno o in primavera non sono ancora sufficienti a bilanciare il deficit di pioggia che si è creato”.

L'acqua e il suolo. Vita e casa, due elementi inscindibili, fondamentali per l'esistenza su questo Pianeta. Eppure il loro equilibrio è sempre più compromesso. Le temperature in aumento dovute alla crisi climatica provocano fenomeni in apparenza opposti, eppure paralleli. Periodi di siccità, ovvero di prolungata riduzione delle precipitazioni unita a una maggiore evaporazione, rendono i terreni più impermeabili. Al tempo stesso si amplificano eventi meteorologici distruttivi. Due facce della stessa medaglia.

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Ramona Magno - Responsabile Osservatorio Siccità Istituto per la bioeconomia CNR:

Nel 2024 abbiamo sforato il grado e mezzo in più di temperatura rispetto al periodo preindustriale, è stato il primo anno in cui si è superata questa soglia. A livello europeo vediamo che le temperature sono ancora più alte del grado e mezzo. Questo influisce, ovviamente anche sui processi evaporativi, sulla quantità di neve che cade e sulla possibilità di accumulare neve. Ovviamente di pari passo vanno anche le temperature degli oceani, che sono fondamentali”.

L'aumento delle temperature riduce le riserve d'acqua dolce, come i ghiacciai, e aumenta la domanda evaporativa atmosferica, che secondo un recente studio su Nature negli ultimi 5 anni ha contribuito per il 58% all’aumento del 74% delle aree colpite da siccità.

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Ma colpisce anche le precipitazioni: per le quali il dato da considerare non è tanto la quantità bensì l'intensità e la sua distribuzione nel tempo e nello spazio. In sostanza piove, ma in modo diverso e più problematico.

Ramona Magno - Responsabile Osservatorio Siccità Istituto per la bioeconomia CNR:

Aumento della temperatura vuol dire più energia e un'intensificazione del ciclo idrologico. La quantità più o meno è la stessa, ma è come piove che cambia e questo influisce ovviamente anche sulla disponibilità di acqua. Dal primo gennaio a più o meno fine maggio ci sono stati 530 eventi estremi fra grandinate, nubifragi, raffiche di vento e di questi quasi 400 sono stati nubifragi”.

Una situazione, quella di forti piogge improvvise dopo settimane di siccità, che rende difficile anche la raccolta dell’acqua, che in gran parte non riesce a essere assorbita, scivola via, verso il mare. Inoltre, non basta qualche settimana di pioggia per rimettere in salute le riserve di acqua, che siano sotterranee o superficiali.

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Ramona Magno - Responsabile Osservatorio Siccità Istituto per la bioeconomia CNR:

Più intense sono le siccità più tempo ci vuole per recuperare. Le zone già affette da siccità, che sono attualmente quelle del sud Italia, sono ormai in crisi. Le piogge che abbiamo avuto in primavera e in inverno, non sono state sufficienti a ripianare un problema che va avanti da quasi 2 anni.

Se arriva una pioggia molto intensa che già di per sé in un terreno normale non riuscirebbe a infiltrarsi totalmente, quindi in parte va comunque persa, nei casi di terreni compatti da siccità i primi tempi quest'acqua va via completamente, finché il terreno non comincia a riassorbire e allora l’infiltrazione comincia a rimpinguare le falde. Rispetto alla risorsa idrica superficiale, fiumi e laghi e bacini, la risorsa idrica sotterranea richiede più tempo per ricaricarsi”.

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Crisi idrica e siccità colpiscono diversi settori. 

Ramona Magno - Responsabile Osservatorio Siccità Istituto per la bioeconomia CNR:

Primo fra tutti ovviamente l'agricoltura, se manca acqua non si può coltivare. Trasporti fluviali, aumento degli incendi, disturbi sugli ecosistemi, problemi di intrusione del cuneo salino, il mare ad agosto del 2022 è rientrato addirittura di 40 km all'interno del delta del Po. Se il livello di acqua si abbassa, la concentrazione degli inquinanti che sono nell'acqua aumenta. Nel 2022, abbiamo avuto dei periodi in cui l'energia idroelettrica è calata fino al 40%.

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A luglio di quest'anno, nella zona della Capitanata in Puglia, il deficit idrico ha ridotto la produzione di pomodori del 20%. Per questo una delle opzioni di adattamento può essere passare a coltivazioni meno bisognose di acqua, come sta già accadendo in alcune zone della Sicilia.

Sono tanti i piani e documenti che invitano all’azione. Anche il PNRR, cita la necessità di mitigare e gestire meglio il rischio idrogeologico. Nel 2023 poi è stato convertito in legge il decreto siccità, finalizzato al contrasto della scarsità idrica e al potenziamento e adeguamento delle infrastrutture, per lavorare meglio su ciò che si ha già a disposizione, riducendo perdite e migliorando i sistemi di raccolta e distribuzione. Perché l'acqua connette ogni cosa, ma dobbiamo aiutarla a ritrovare la strada che le abbiamo fatto perdere”.

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