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"Siamo Foresta", in Triennale Milano la mostra che racconta il rapporto uomo-foresta

"Siamo Foresta", in Triennale Milano la mostra che racconta il rapporto uomo-foresta  - foto 1
Tgcom24

Fin da sempre la foresta ha rappresentato per l’uomo un’importante fonte di risorse per la sua sopravvivenza. Non solo una semplice dimensione materiale legata al sostentamento degli individui, ma anche una forte componente simbolica. Cambiamento climatico, inquinamento e deforestazione sono solo alcune delle principali minacce che quotidianamente colpiscono i polmoni verdi del nostro Pianeta.  Raccontare la foresta come luogo di incontro egualitario di popoli viventi, umani e non umani, e comprendere i rapporti di interdipendenza esistenti tra uomo e natura sono alcuni degli obiettivi della mostra “Siamo Foresta” aperta presso Triennale Milano fino al 29 ottobre e realizzata grazie alla Fondazione Cartier per l’arte contemporanea.

La mostra "Siamo Foresta", un incontro tra mondi 

Raccontare la foresta come luogo di incontro egualitario di popoli viventi, umani e non umani, e comprendere i rapporti di interdipendenza esistenti tra uomo e natura sono alcuni degli obiettivi della mostra “Siamo Foresta” aperta presso Triennale Milano fino al 29 ottobre e realizzata grazie alla Fondazione Cartier per l’arte contemporanea

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Mostrare la bellezza della foresta dal punto di vista dei pensatori e degli artisti che la vivono. Qui, in Triennale Milano, attraverso l’arte, lo spazio espositivo diventa il luogo d’incontro e di dialogo tra le diverse culture, il luogo in cui le opere indicano la strada per ripensare diversamente il pianeta e il suo futuro. Riunendo le opere di 27 artisti indigeni e non, provenienti da paesi, culture e contesti diversi, per lo più latinoamericani e molti dei quali appartenenti a comunità indigene, dal Venezuela alla Francia, dal Brasile alla Cina, la mostra “Siamo Foresta” è uno scambio tra mondi solitamente lontani. “Noi siamo dipendenti dalle piante e dalle foreste. L’astrofisico Carl Sagan un po’ di anni fa pensò a una sorta di calendario cosmico dove l’intera storia dell’umanità e dell’universo era raccolta in un anno: il big ben il primo gennaio, il primo maggio appare la Via Lattea, le piante appaiono sulla terra a fine novembre e la vita dell’uomo appare invece qualche secondo prima del 31 dicembre. Questo per dire come la presenza nostra sul Pianeta sia, da un punto di vista del ciclo complessivo di vita del Pianeta, quasi irrisorio dal punto di vista temporale, e di come le piante invece abbiano costruito la condizione essenziale per la vita delle specie viventi” racconta Stefano Boeri, Presidente Triennale Milano. “Questa mostra ci richiama anche a una dimensione nuova del tempo, e a un debito formidabile che abbiamo nei confronti del mondo vegetale” continua l’Architetto Boeri.

L’esempio perfetto di come l’arte possa raccontare anche tematiche attuali come il delicato rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Una visione che nel concreto si può realizzare attraverso progetti virtuosi, come ForestaMi, l’iniziativa di riforestazione urbana nella città di Milano. “Il progetto ForestaMi nasce qualche anno fa con l’ambizione di piantare 3 milioni di alberi nell’area metropolitana milanese ed è un progetto che oggi vedo con grande piacere che viene replicato e potenziato anche in altre città italiane ed europee perché abbiamo bisogno di alberi, gli alberi ci aiutano a pulire l’aria dalle polveri sottili, assorbono il veleno dell’inquinamento urbano, ci aiutano ad assorbire CO2 che è la vera causa del cambiamento climatico e ci aiutano anche a fare una cosa che negli ultimi anni abbiamo capito quanto sia indispensabile: ombreggiare gli spazi urbani. C’è una differenza sulle superfici orizzontali e verticali, sull’asfalto o sui vetri degli edifici di circa 30 gradi in una giornata di agosto avendo o meno uno spazio o una superficie ombreggiata” spiega Boeri.

Quindi gli alberi sono come dire, dei compagni fondamentali della nostra vita. Abbiamo e avremo sempre più bisogno di piante e di alberi nelle nostre città” conclude l’Architetto Boeri. Lasciare la bellezza del patrimonio naturale alle generazioni future è possibile, ma solo se il suo valore viene compreso, rispettato e custodito anche nel presente.

 

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