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Marmolada, Legambiente: il ghiacciaio è un decimo rispetto a 100 anni fa

Negli ultimi anni c'è stata una progressiva accelerazione dello scioglimento, per gli esperti: "E' molto probabile che di questo passo scompaia prima del 2040"

La Regina delle Dolomiti, ossia il ghiacciaio della Marmolada, è un decimo rispetto a 100 anni fa: ha perso più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume.

Tra quindici anni potrebbe scomparire del tutto. E' il risultato del monitoraggio di Legambiente, con la partnership del Comitato glaciologico italiano del ghiacciaio che il 3 luglio è diventato teatro della strage in cui hanno perso la vita undici persone, a causa del distacco di un enorme seracco dalla sua parte sommitale. "Non devono essere episodi di cronaca a ricordarci che siamo in piena emergenza", ribadisce l'organizzazione ambientalista.

"Progressiva accelerazione dello scioglimento del ghiacciaio" - Nell'attribuire la causa dello scioglimento alla crisi climatica, Legambiente spiega che il ritiro del ghiacciaio della Marmolada "ha mostrato una progressiva accelerazione, tanto che negli ultimi quarant'anni la sola fronte centrale è arretrata di più di 600 metri provocandone una risalita in quota di circa 250 metri". Partita il 17 agosto, la campagna di Legambiente - fino al 3 settembre - si sta occupando del monitoraggio dello stato di salute dei ghiacciai alpini, ed è tornata dopo due anni sulla Marmolada, facendo un passo indietro per capire cosa sta accadendo, a due mesi dalla tragedia, di cui gli esperti stanno ancora studiando le cause.

Le cause - "Tali cause - afferma Legambiente - sono da imputare alla forte inclinazione del pendio roccioso e alla progressiva apertura di un grande crepaccio che ha separato il corpo glaciale in due unità, alla presenza di discontinuità al fondo e sui lati, all'aumento anomalo delle temperature con conseguente aumento della fusione e incremento della circolazione d'acqua all'interno del ghiaccio".

Basta considerare la montagna come un luna-park - "La Regina della Dolomiti sta perdendo il suo gigante di ghiaccio più in fretta delle altre vette, occorre più consapevolezza di quel che sta accadendo e soprattutto un nuovo rapporto tra uomo-natura - spiega Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente -. Basta considerare la montagna come un luna-park e basta infrastrutturazione a tutti i costi, utile invece pensare a questa come uno straordinario spazio di sperimentazione della sostenibilità".

 

Ghiacciaio è fondamentale termometro dei cambiamenti climatici - Il Ghiacciaio della Marmolada, commenta Aldino Bondesan, del Comitato Glaciologico Italiano e dell'Università di Padova, "è un fondamentale termometro dei cambiamenti climatici per la sua rapida risposta anche alle piccole variazioni di precipitazioni e temperatura. Fenomeni come il distaccamento del 3 luglio sono frequenti nei ghiacciai e fanno parte della loro normale dinamica. Ciò che desta maggior preoccupazione - aggiunge - è la progressiva accelerazione del ritiro glaciale: se saranno confermati gli attuali andamenti anche nei prossimi anni, è molto probabile che il ghiacciaio della Marmolada scompaia prima del 2040".

Sulla Marmolada un nuovo crepaccio di 200 metri

Sopra il ghiacciaio della Marmolada è stato effettuato un nuovo sopralluogo aereo dopo una segnalazione da parte del gestore del rifugio, che ha riferito di aver sentito un rombo sulla destra del massiccio e di aver visto un nuovo grande crepaccio. Dalle rilevazioni effettuate dai tecnici della Provincia si stima che il crepaccio abbia una larghezza di circa 200 metri per uno spessore tra i 25 ed i 35 metri. La zona è interdetta agli escursionisti dopo la tragedia del 3 luglio.

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