Le pagelle in…sostenibili: ep.4
Non stiamo dando i numeri, è solo Ronny Mengo che prova a giudicare le notizie top e flop della settimana. Le pagelle della sostenibilità
Pagelle in...sostenibili, eccoci qui! Partiamo dal basso, come sempre, e saliamo.
Voto 4 alle bottiglie di plastica. Odiose, anacronistiche, ma davvero c’è gente che ancora le usa? Bè, sappiate che uno studio della Columbia University sottolinea come ogni singola bottiglia contenga fino a 100 volte più microplastiche di quanto si pensasse. Grazie a una nuova tecnologia di analisi, si sono riscontrati sette tipi di plastica, dai residui di imballaggio ai filtri per depurare l’acqua prima di imbottigliarla. Insomma, fanno male all’ambiente e male alla salute, cos’altro bisogna aspettare per non usarle più?
Voto 3 allo stallo dell’eolico negli Stati Uniti. Progetti per 8,5 gigawatt di elettricità sono già stati annullati o saranno presto bloccati, si legge sul Wall Street Journal. Parliamo di New Jersey, Virginia, New York, e Connecticut. Budget e difficoltà di reperire i materiali ostacolano la costruzione delle grandi turbine nell’oceano, oltre alla costosa manodopera.
Buone notizie? Eccole qui. Voto 7 ai dati di mercato europei che dicono: auto elettriche battono diesel di 1 punto percentuale. Nell’arco del 2023 la quota di mercato ha raggiunto il 14,6% staccando appunto le auto a gasolio ferme a 13,6. I motori a benzina restano la prima scelta, ibridi la seconda, bronzo - europeo – per le auto elettriche.
Voto 8 ai 111 comuni italiani Plastic Free. Torino, Milano, Firenze, Ancona sono in testa alla classifica, ma ci sono altre 107 virtuose amministrazioni che hanno superato la valutazione del comitato interno di Plastic Free Onlus. Lotta agli abbandoni illeciti e sensibilizzazione, questi i cardini, fino alla cerimonia di premiazione in programma a Milano il prossimo 9 marzo dove verranno assegnati i livelli di virtuosità.
Voto 8 al governo francese che ha introdotto un divieto di pesca nel Golfo di Biscaglia, la parte di Oceano Atlantico tra Francia e Spagna. Perché? Perché muoiono 9mila delfini l’anno per le attività legate all’industria ittica. E allora se non ci arrivano intelligenza e coscienza per fortuna scattano i divieti, in modo che i delfini non finiscano intrappolati tra le reti.
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