Le pagelle in…sostenibili: ep.14
Non stiamo dando i numeri, è solo Ronny Mengo che prova a giudicare le notizie top e flop della settimana. Le pagelle della sostenibilità
Pagelle in…sostenibili, eccoci qua. Come ogni settimana partiamo dal basso e saliamo.
Voto 3 ai così detti PFAS. Composti chimici considerati perenni e dovuti unicamente alle attività dell’uomo. Dopo i rilievi di qualche tempo fa nell’acqua potabile di Veneto, Lombardia e Piemonte, e già partiamo malissimo, sono stati trovati nei delfini spiaggiati sulle coste toscane. In particolare, nel cervello e nel fegato degli esemplari al di sotto dei due anni. Siamo riusciti a far del male anche ai piccoli delfini oltre che a tartarughe e squali sempre del Mediterraneo, nei quali sono stati ritrovate tracce di PFAS. Che arrivano da industrie tessili, elettroniche e cartiere ma anche da imballaggi, cosmetici, vernici e molto altro.
Voto 4 ai cambiamenti climatici e quindi a tutti noi. L’organizzazione mondiale della sanità stima che nel ventennio 2030-2050 ci saranno 250mila decessi annui, al mondo, legati al climate change. A causa del surriscaldamento globale aumentano la diffusione delle infezioni, l’insicurezza alimentare, i disturbi mentali e i rischi per la salute dei bambini.
Buone notizie? Sì. Voto 7 alle foreste tascabili. Cosa vuol dire? Che cerchi 2 euro in tasca e trovi una betulla? Non proprio. Sono le mini-foreste tipo quella nata da pochi giorni a New York. Mille alberi piantati su 2700 metri quadrati. Piante e arbusti su terreni di compost, foglie secche e corteccia. Maestri delle foreste tascabili sono i giapponesi ma ce ne sono anche in Spagna, Francia, Inghilterra, Sud America, in Italia c’è qualcosa tra Roma, Caserta e Pavia. Botanici tascabili siamo tutti con voi.
Voto 7 e mezzo a Dubai, che ha risparmiato 18 milioni di bottigliette di plastica monouso in 2 anni grazie al progetto delle 50 fontane con acqua potabile, pulita, sicura ed erogata in giro per la città a 10 gradi. Bella fresca. Una specie di millesimato di acqua, visto il posto non poteva essere altrimenti. Dubai can, nel senso che può, ma anche can come borraccia, utilizzata sempre più spesso da residenti e visitatori. Non è chiaro se queste borracce degli emirati siano in oro zecchino o meno ma, al netto delle battute e del petrolio trivellato come se fosse acqua in purezza, questa resta una buona notizia.
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