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In Sardegna il più grande trapianto di Posidonia oceanica del Mediterraneo

Reimpiantate oltre 140mila talee distribuite su una superficie di 7mila metri quadri

In Sardegna il più grande trapianto di Posidonia oceanica del Mediterraneo  - foto 1
Ansa

Nel golfo dell'Asinara, nel nord della Sardegna, è stato completato il più esteso trapianto di Posidonia mai realizzato nel Mediterrraneo. Nell'arco di dieci mesi, oltre 140mila talee, distribuite su una superficie di 7mila metri quadri nell'area di cantiere dell'opera, sono state espiantate e reimpiantate in una zona più idonea della costa, compiendo un record biologico. 

Un intervento unico nel suo genere, che porta la firma dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, con il supporto di ricerca del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell'Università di Sassari, la partecipazione delle aziende Sealives e I 7 mari, la supervisione della Capitaneria di porto e il monitoraggio delle agenzie regionali Ispra e Arpa Sardegna.

Il trapianto record è stato eseguito per salvare la prateria di Posidonia del golfo, in vista dei lavori per costruire l'antemurale dello scalo di Porto Torres. Un espianto e reimpianto obbligato per ottenere le autorizzazioni del ministero dell'Ambiente necessarie per realizzare l'opera. L'intervento, articolato in diverse fasi, ha visto il prelievo delle piante dall'imboccatura del porto, lo spostamento a terra per la selezione delle talee e il trasporto nella zona di Abbacurrente, più a est, per il reimpianto, effettuato manualmente su 250 geostuoie biodegradabili, su un'area di oltre 11.500 metri quadrati di fondale. Un'area in cui, proprio per garantire la proliferazione della Posidonia appena trapiantata, sono stati interdetti la pesca e l'ancoraggio, con ordinanza della Capitaneria di porto. 

Nei prossimi giorni si provvederà al posizionamento di 21 dissuasori antistrascico: sei a protezione dell'area di piantumazione e 15 del parco. Il ripopolamento ittico sarà quindi completato con l'installazione di 75 moduli in cemento stampati in 3D, che riprodurranno l'habitat naturale delle specie presenti nel parco. L'intera area oggetto degli interventi sarà sottoposta a monitoraggio per i prossimi cinque anni.

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