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Coralli dei Caraibi colpiti da epidemia mortale

Una ricerca messicana ha studiato a fondo la malattia che ha contagiato i coralli con tassi di mortalità fino al 94%

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A partire già da diversi anni un’epidemia ha ferito gravemente la popolazione mondiale di coralli. Secondo uno studio della Universidad Nacional Autonoma del Messico si tratta di una malattia da perdita di tessuto del corallo pietroso, segnalata per la prima volta in Florida nel 2014 e che si è poi diffusa nei Caraibi.

La caratteristica principale della malattia è la sua rapida diffusione, circa un miglio ogni mese. Una vera e propria strage, che ha cambiato il volto ai coralli. Dopo il contagio, infatti, i coralli perdono colore perché l’agente patogeno attacca direttamente i tessuti e li consuma.

Le specie più colpite sono state quelle appartenenti ai gruppi dei coralli labirintici e dei coralli cerebrali. In totale gli esperti ne hanno esaminato oltre 29mila e di queste il 17% era già morto e un altro 10% era affetto dalla malattia. Dato ancora più preoccupante, per alcune specie i tassi di mortalità sono arrivati fino al 94%.

Negli scorsi anni altre ricerche avevano già confermato la velocità con cui la malattia ha infettato i coralli, tuttavia prima dello studio messicano non era del tutto chiara l’entità del danno.

Le notizie non migliorano andando a osservare lo stato delle cure, che purtroppo sono lente e complesse, perché prevedono l’applicazione di un unguento antibiotico su ogni corallo. Un impegno decisamente costoso per i Paesi coinvolti.

Una notizia che spaventa, perché la perdita di questi esemplari potrebbe compromettere la capacità delle barriere coralline di far fronte ai cambiamenti climatici. Un caso esemplare che sottolinea l’importanza di misure preventive per proteggere questi gioielli del mare.

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