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Max Ernst, l'arte magica del surrealismo: a Milano la prima retrospettiva italiana

In mostra fino al 26 febbraio 2023 oltre quattrocento opere del pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco

Max Ernst, l'arte magica del surrealismo: a Milano la prima retrospettiva italiana - foto 1
Ufficio stampa

Polimorfismo e duttilità.

Inconscio e realtà. Mimesi e metamorfosi. Oltre quattrocento opere per raccontare Max Ernst a 360 gradi. Il dadaista, il surrealista, il romantico, il patafisico, l'umanista. E' la prima retrospettiva in Italia dedicata al pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco. In mostra a Palazzo Reale di Milano fino al 26 febbraio 2023 dipinti, sculture, disegni, collage, fotografie, gioielli e libri illustrati provenienti da musei, fondazioni e collezioni private, in Italia e all’estero. Come in una grande wunderkammer, e in analogia con l’universo di Ernst, l'esposizione è un'immersione negli intriganti giochi di percezione tra stupore e meraviglia, dove logica e armonia formale si accompagnano a enigmi impenetrabili, e opere, tecniche e costellazioni di simboli conducono oltre la pittura.

 

Max Ernst in mostra a Milano

 

LE TEMATICHE DI MAX ERNST - L’immensa vastità di temi e sperimentazioni dell’opera di Ernst si spalma su settant’anni di storia del XX secolo, tra Europa e Stati Uniti, sfuggendo costantemente a qualsiasi definizione. Pictor doctus, profondo conoscitore e visionario interprete della storia dell’arte, della filosofia, della scienza e dell’alchimia, Max Ernst viene presentato in questo contesto quale umanista in senso neorinascimentale. Se André Chastel affermava di rinvenire in Ernst una sorta di "reincarnazione di quegli autori renani di diavolerie tipo Bosch", Marcel Duchamp vi aveva rintracciato "un inventario completo delle diverse epoche del Surrealismo".

 

LA MOSTRA - Al piano nobile di Palazzo Reale il percorso narra le vicende biografiche di Ernst raggruppandole in 4 grandi periodi, a loro volta suddivisi in 9 sale tematiche che dischiudono approcci interdisciplinari alla sua arte. Un’ampia, ideale biblioteca, quella dell’artista, fatta di libri illustrati, manuali per lo studio, fotografie, oggetti e documenti, si snoda attraverso tutto il percorso della mostra, invitando i visitatori ad attivarsi in giochi di rimandi e corrispondenze tra le fonti d’ispirazione e le opere stesse.

 

I PRIMI ANNI TRA GRANDE GUERRA E RITORNO ALLA VITA - All’ingresso delle sale espositive il pubblico viene subito invitato a cimentarsi con un capolavoro che compie quest’anno un secolo, "Oedipus Rex" (1922). Il pubblico viene introdotto quindi negli anni dell’infanzia e della formazione in Germania di Max Ernst, fonti di memoria e ispirazione per tutta la vita dell’artista; la Grande Guerra, combattuta in prima persona ed equiparata a un periodo di morte; la risurrezione, il ritorno alla vita, il matrimonio e la nascita del figlio Jimmy, l’avvento rivoluzionario di Dada e l’invenzione del collage, la prima mostra in Francia e il proto-surrealismo. Si passa successivamente alla casa affrescata in cui Ernst visse il ménage a trois con Gala e Paul Éluard e al ruolo centrale dell’amore, dell’amicizia e dell’erotismo nelle sue scelte e nella sua poetica.

 

DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE AGLI USA - La mostra prosegue raccontando gli anni trascorsi da Ernst a Parigi e in Francia, l’affermarsi del Surrealismo, il secondo matrimonio con Marie-Berte e poi l’amore con Leonora Carrington, le amicizie profonde, gli scambi e le collaborazioni con tanti protagonisti delle avanguardie, i viaggi e le sperimentazioni, l’avvento della Seconda Guerra, la prigionia da “artista degenerato” ricercato dai nazisti. Si passa poi all’esilio negli Stati Uniti, organizzato grazie al supporto del figlio Jimmy e soprattutto di Peggy Guggenheim, che l’artista sposerà per un breve periodo. Ecco quindi l’inserimento nella scena internazionale di New York, il grande amore e poi il matrimonio con Dorothea Tanning, il trasferimento a Sedona, in Arizona.

 

L'INVEZIONE DI TECNICHE ARTISTICHE - Viene narrato in particolare il ruolo che la natura e il paesaggio ricoprono nell’invenzione di tecniche (frottage, grattage, decalcomania e dripping) della sua arte, nella creazione di filoni del fantastico e del meraviglioso che investono anche la scultura e l’oreficeria, riflettendo una costante tensione dialettica tra parola e immagine, tra spirito e materia. C'è spazio anche per illustrare come la storia della cultura, il ritorno dell’antico diventino fonti d’ispirazione e oggetto dell’arte meravigliosa di Ernst: un’arte che intrattiene con il passato e la memoria un rapporto intimo e consapevole. 

 

IL COSMO - Il gran finale della mostra è con lo sguardo rivolto alle stelle. Negli anni che precedono lo sbarco dell’uomo sulla Luna, arte e scienza dialogano nelle opere di Ernst, dischiudendo sguardi inediti sul cosmo e coinvolgendo l’astronomia come l’antropologia, la fisica come la patafisica. Opere, libri e cinema introducono alle scritture segrete dell’artista, a quelle crittografie che si spingono oltre ai linguaggi codificati e si rivolgono a coloro che sono capaci di svelare i misteri del cosmo. 

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