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Hodler - Segantini - Giacometti, capolavori dalla Collezione Gottfried Keller

Il Museo dʼarte della Svizzera italiana (Lugano) ospita le opere di una delle più importanti collezioni nazionali d'arte svizzera dal XII al XX secolo

Hodler - Segantini - Giacometti, capolavori dalla Collezione Gottfried Keller - foto 1
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La Fondazione Keller fu costituita nel 1890 da Lydia Welti-Escher, figlia ed erede dell'imprenditore ferroviario Alfred Escher, ma porta il nome del famoso poeta e pittore svizzero Gottfried Keller, grande amico di famiglia.

La collezione è oggi una delle più importanti della Svizzera, spazia dal XII al XX secolo e si compone di oltre 6.400 opere d'arte, depositate in musei e istituzioni disseminati in tutti i Cantoni.

Tra i primi membri della Commissione, che aveva il compito di selezionare le importanti opere d'arte da donare ai musei elvetici, figurava il celebre pittore simbolista Arnold Böcklin. Nella mostra che il Masi di Lugano dedica alle opere pittoriche del XIX e XX presenti nella collezione l'artista basilese è rappresentato da capolavori fondamentali, tra cui una delle cinque versioni dell'evocativa Isola dei morti (1880), tanto amata da de Chirico e da Dalì. Il dipinto, che Böcklin realizzò per la prima volta a Firenze, fu acquistato nel 1920 per il Kunstmuseum di Basilea, in concomitanza con un altro capolavoro della pittura svizzera: L'Eletto (1893-94) di Ferdinand Hodler. L'opera è esposta con il paesaggio Sera sul Lago Lemano (1895), uno dei soggetti preferiti di Hodler.

Inoltre, un prestito eccezionale è il maestoso trittico ispirato alle Alpi - La Natura, La Vita, La Morte - (1896-1899), l'ultima fatica di Giovanni Segantini, in deposito al Museo Segantini di St. Moritz. Il suo acquisto risale al 1911, momento culminante della storia della Fondazione che permise al museo engadinese di arricchire il nucleo con importanti lavori dell'artista. Il trittico, che dopo tutti i capolavori già dipinti, Segantini considerava ancora come la sua «prima vera opera», lo aveva dipinto a più di 2000 metri di quota, col vento pungente, la neve, l'aria rarefatta e fina. La Natura è una greca di montagne sovrastate da un cielo immenso e paradisiaco, intessuto di luminose pennellate d'oro pallido e di sottili fili lilla, mentre poco più sotto, le ombre dei sassi disseminati sul pascolo e le creste dei monti si colorano di un viola crepuscolare. Intanto, il lento incedere dei pastori, che radunano le mucche prima della sera, invita l'occhio di chi guarda a percorrere con molta calma tutto il loro zigzagante profilo. Delle tre quella era la tela che necessitava di più impegno, le altre, una dedicata alla Vita e l'altra alla Morte, erano praticamente concluse, vi si era applicato a lungo negli ultimi tre anni.

A sostegno dei temi trattati, in mostra non mancano incursioni nei secoli precedenti con opere di Giovanni Serodine, Liotard, Petrini, Wolf, Füssli, Calame, Zünd. Unica scultura esposta è il Busto di Annette (1964), uno dei vibranti bronzi che Alberto Giacometti realizza nei primi anni sessanta e che ben s'intona sia alla visionarietà di Böcklin, al simbolismo di Hodler e alle lunghe e malinconiche pennellate divisioniste.

Hodler - Segantini - Giacometti
Capolavori dalla Collezione Gottfried Keller

Museo d'arte della Svizzera italiana, Lugano
24 marzo - 28 luglio 2019