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Helios - La leggenda del Lupo: una crime-story tra le eresie medioevali

Il primo romanzo di Marco Ronchetto ambientato nel Medioevo delle eresie e della lotta tra papato e impero, è ricco di colpi di scena tra realtà e fantasy

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Un'eresia che dilaga tra il Sud della Francia e l'Italia settentrionale.

La Chiesa di Roma che, insieme al re di Francia, la combatte con stermini e genocidi. Un tesoro che potrebbe cambiare le sorti della stessa Cristianità. Un assassino violento che, in fondo, ha anche un cuore tenero e una misteriosa donna, serva e muta molto più potente di quanto si creda. Sono questi, in estrema sintesi, gli elementi del primo romanzo del giornalista Marco Ronchetto: Helios, La leggenda del Lupo, edito da Armando Curcio. Una spy story avvincente e ricca di colpi di scena, con uno sfondo medievale narrato con precisione e passione.

Come mai hai deciso di mettere al centro la crociata contro gli eretici catari? Sono appassionato di storia delle religioni e di storia medievale. Sui testi scolastici se ne parla poco, anche per motivi politici ma riguardano il primo vero genocidio avvenuto in Europa documentato, prima del nazismo e del comunismo. La religione catara ha ispirato molti scrittori e intellettuali e rischiava di soppiantare il credo romano.

Nella prima parte “Montagna della Salvezza” si legge: “Ci accusano stoltamente di far uso di droghe prima di ogni missione, ma la nostra vera droga è il sangue”. “Ci si ammazza nel nome di Dio”. “La morte è dolce se viene per qualcosa in cui si crede”. E' stato immediato il collegamento con l'attualità e con quanto accade oggi con l'isis. E' voluto? Indubbiamente. Collego la vicenda con quanto accade nei nostri tempi. Ci indigniamo quando vediamo cosa avviene in Iran o quando sentiamo gli attacchi Isis ma loro non hanno inventato niente di nuovo. Noi occidentali vogliamo ipocritamente dimenticarlo ma, anche se le tecniche di sterminio sono diverse, sono tutte cose accadute realmente. In questo caso ho raccontato la verità, non è il frutto di una mia invenzione.

Per curiosità… quanti anni di studio ci sono dietro a questo romanzo? C'è una grande precisione nelle descrizioni dei loro costumi, abitudini, ma anche dei luoghi in cui il romanzo è ambientato. E' vero, io sono un grande appassionato di storia medievale e antica. Sono assolutamente convinto che la storia sia molto formativa e purtroppo è spesso vista come inutile e “lontana” da noi. Ma come si può, banalmente, andare a votare se non si conosce la storia? Comunque in questo romanzo ci sono alle spalle 20 anni di letture di saggi di storia medievale che permettono queste descrizioni dettagliate. Per quanto riguarda i luoghi sono tutti esistenti, sia in Piemonte sia in Francia. L'abbazia di Lucedio, nel Vercellese che, ad esempio, nel romanzo è il luogo in cui il protagonista viene addestrato a divenire una spia e un sicario, è oggi un'azienda agricola. Il castello di Montsègur, ai piedi dei Pirenei, aveva incuriosito anche Adolf Hitler che aveva cercato lì il Graal. Tra l'altro, ho deciso di concludere il romanzo nel Canavese, dove io sono d'origine. La casa in pietra nel bosco è quella di un amico e si trova precisamente nella provincia di Priacco. Una frazione del comune di Cuorgnè, in provincia di Torino. Insomma, se si decide di andare a visitare questi luoghi si possono seguire le tappe del mio romanzo che fa da manuale di viaggio.

A differenza dell'idea romantica e magica del medioevo, qui si respira tutta la crudezza e la violenza che hanno caratterizzato quest'epoca. Anche nei personaggi, a volte riportati proprio nella loro bestialità e nei loro istinti primordiali. Esatto! Il Medioevo non è stata un'epoca né buonista come a volte si vuole far credere, né oscura come talvolta vien descritta. Indubbiamente è stata un'epoca molto cruda e violenta. Le persone erano abituate alla morte. Ti alzavi dal letto e non sapevi se saresti sopravvissuto, sia per le malattie o per le pestilenze ma anche per le violenze e le battaglie giornaliere. Gli stermini erano all'ordine del giorno.

Si sente spesso una forte contrapposizione tra il mondo empirico, terreno e l'aldilà, dove risiede la vera salvezza. Gli uomini sembrano essere intrappolati in questa carne maledetta, in questo dannato mondo. Esattamente! E' proprio questa l'essenza della religione catara. Per loro il mondo terrestre è una creazione di satana. Solo il nostro spirito è luce. Per questo motivo la carne e il corpo vengono trattati in modo violento e cruento. Anche i rapporti sessuali sono molto più "sporchi" e aggressivi.

Un'altra bella contrapposizione è quella che caratterizza il protagonista. Un assassino violento che gode nell'uccidere ha un'evoluzione e, alla fine, ci si affeziona perché si inizia a conoscere la sua dolcezza. Anche se lui cerca di mascherare le sue debolezze, la serva e il lupo restano il suo tallone d'Achille Si è vero, come tutte le persone ha un intricato vissuto psicologico, ricco di mille sfaccettature. Basti pensare al debole che aveva Mussolini per gli uccellini, o all'amore per i cani di Hitler. Per il protagonista mi sono ispirato a James Bond, un assassino pagato dal governo britannico e così anche lui, un sicario addestrato ad uccidere con le sue debolezze e sfaccettature.

Fin dall'inizio, invece, c'è un personaggio curioso ed ambiguo, quello della serva muta Beatrice che, apparentemente sembra spontanea, innocua e impaurita ma, in realtà, riesce a manovrare tutti gli uomini con un solo sguardo.

Infatti, quale donna non riesce a manovrare gli uomini con lo sguardo? Anche Beatrice, come tutte le donne, tanto innocua non è e riesce a far fare tutto quello che vuole a tutti. Tra l'altro lei è esistita veramente. Lei è stata una credente catara che ha operato nell'Italia del Nord, nel lago di Garda. Si chiamava Costanza da Bergamo e si è convertita e infiltrata nella setta italiana dei catari.

Ginevra Piola

Helios. La leggenda del Lupo. Armando Curcio Editore. 406 pagine 14,90 euro ISBN - 978-88-6868-157-9 armandocurcioeditore.it