Il ministro della Cultura risponde a distanza alle critiche fatte dell'attore Elio Germano e alla comica e conduttrice Geppi Cucciari
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"La sinistra pensava che la cultura fosse roba loro", "avevano intellettuali e li hanno persi, si sono poi affidati agli influencer, ora gli sono rimasti i comici e basta", mentre "noi abbiamo fatto del Mic il ministero del popolo della Cultura, facendo uscire la cultura dalle stanze polverose dei salotti". Così il ministro Alessandro Giuli rispondendo a distanza alle critiche fatte dell'attore Elio Germano e della comica e conduttrice Geppi Cucciari in occasione dei David di Donatello.
"Stiamo governando la cultura veramente da patrioti", ha detto ancora il ministro chiudendo a Firenze "Spazio cultura"', la due giorni organizzata dai gruppi parlamentari di FdI che ha rappresentato una sorta di "stati generali della cultura" di Fratelli d'Italia, "il 30% degli italiani oggi sono rappresentati, oltre che da un governo solido e con grandi prospettive, da un'identità culturale, quello che fino a pochi anni fa era rubricata a sottocultura antisistema".
"C'è una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino dei più alti luoghi delle istituzioni italiane, il Quirinale, per cianciare in solitudine, isolati - ha quindi aggiunto -, mi riferisco a Elio Germano". "La riforma del tax credit mica l'abbiamo voluta noi ma è il frutto di una denuncia dei protagonisti dell'industria culturale del cinema che hanno detto: intervenite, basta con rendite e privilegi. Al mondo del cinema stiamo dando una riconfigurazione, scusa Geppi se uso la parola riconfigurazione. Si sentono attaccati nelle loro rendite da questa operazione verità voluta dal mondo del cinema".