A inizio 2013 era stato al centro di una controversia tra la clinica privata della Capitale dove era stato ricoverato per uno scompenso cardiaco e la sua compagna, Michela Macaluso, in arte Michela Miti, che aveva denunciato la struttura
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Alberto Bevilacqua, noto scrittore, giornalista, regista e sceneggiatore 79enne, è morto a Roma. A gennaio era stato ricoverato in una clinica privata della Capitale per l'aggravarsi di uno scompenso cardiaco che l'aveva colpito a ottobre dell'anno scorso. La struttura era però stata denunciata dalla compagna di Bevilacqua, Michela Miti, con l'accusa di essersi rifiutata di trasferire lo scrittore in un ospedale pubblico. Disposta l'autopsia.
Giudice nominò un tutore - Durante la degenza l'intellettuale era stato colpito da un'infezione multiresistente e la clinica si era rifiutata di trasferirlo in una struttura più attrezzata per quel tipo di patologia. Così era scattata la denuncia della Miti, nome d'arte di Michela Macaluso, sporta anche nei confronti della sorella di Bevilacqua, Anna. La Miti non era sposata con Bevilacqua e quindi non poteva imporre il trasferimento in un altro ospedale. Per questo si era rivolta all'autorità giudiziaria. La Procura aveva aperto un'inchiesta per lesioni colpose. Poi, a febbraio 2013, il giudice tutelare del tribunale civile di Roma, Nicoletta Orlandi, aveva nominato l'avvocato Gabriella Bosco come amministratore di sostegno dell'artista ricoverato in gravi condizioni. Una specie di tutore che, tra l'altro doveva vigilare che la clinica non percepisse un compenso troppo elevato per la degenza del paziente.
Lascia oltre 40 titoli - Bevilacqua scrisse molti volumi di narrativa e poesia e fu molto tradotto all'estero. Ebbe un successo immediato nel cinema come regista e vinse vari premi tra cui lo Strega (con "L'occhio del gatto"), il Campiello con "Questa specie d'amore" e due volte il Bancarella. Ma, soprattutto all'inizio della sua carriera, ebbe rapporti conflittuali con l'establishment intellettuale. Il suo primo grande successo in prosa fu "La califfa", ovvero Irene Corsini, che trasformò lui stesso in film nel 1970. Con lei inaugurò la galleria di grandi personaggi femminili, che tratterà nelle opere dei successivi 50 anni.
Un altro suo leit motiv sono i luoghi e in particolare Parma, sua città natale, che si ritrova in "Oltrecorrente" e "Gialloparma". Sui rapporti di coppia e la psicologia è da segnalare poi "Questa specie d'amore", una confessione epistolare di Federico alla moglie Giovanna per ricostruire e analizzare le ragioni della loro crisi, che travalica il rapporto di coppia. L'opera, trasposta in versione cinematografica, ha ricevuto il David di Donatello come miglior film.
Procura autorizza l'autopsia - La Procura di Roma ha autorizzato l'autopsia sul corpo di Alberto Bevilacqua. L'accertamento è stato chiesto dal legale della compagna dello scrittore Michela Macaluso. Fermamente contraria la famiglia, in particolare la sorella dello scrittore, Anna.