Il fumetto dal 1932 a oggi in mostra con albi da collezione, bozzetti, scritti e nomi illustri
© The Walt Disney Company
Gli ottant’anni di Topolino in Italia diventano una mostra al Museo del Fumetto di Milano. Con “Storie di una storia” fino al 20 gennaio si racconta l’avventura editoriale del topo più famoso al mondo nel nostro Paese.
L’esordio avvenne nel Natale del 1932 con l’editore fiorentino Giuseppe Nerbini. Oggi, con il giornalino arrivato a sfiorare il numero tremila, il mito è consolidato. Ma la creatività degli sceneggiatori e dei disegnatori italiani ha arricchito una diffusione che tocca 40 nazioni con oltre 80 milioni di copie vendute nel mondo ogni anno.
“Le storie raccontano la società del nostro tempo”, dice Valentina De Poli, direttore di Topolino. “Possiamo guardare con ammirazione al passato, mantenere vivo il rapporto con i giovani lettori e lanciare uno sguardo al futuro del giornale”.
“Abbiamo ripercorso dietro le quinte un’esperienza editoriale unica al mondo”. Aggiunge Luigi Bona, direttore di Wow Spazio Fumetto. “Nel selezionare giornali preziosi e documenti sotrici conservati nell’archivio della nostra Fondazione abbiamo ricostruito passo passo l’avventura di Topolino”.
“Nei decenni si è creata una scuola italiana del fumetto Disney”, conclude Mauro Lepore, Head Publishing Walt Disney Company Italia. E infatti nell’esposizione si trovano le invenzioni e le parodie sui classici della nostra letteratura o della nostra inventiva. E’ il caso, ad esempio, dell’Inferno di Topolino, ideato nel 1949. Oppure della doppia personalità di Paperino-Paperinik concepita nel 1969. Oppure dell’omaggio alla grande cinematografia del “Casablanca” a fumetti. In quelle strisce Giorgio Cavazzano, uno degli artisti più originali, ha saputo creare uno stile innovativo molto imitato per la sintesi del tratto e per la fluidità con un disegno pervaso di sottile umorismo. Dettagli quasi impercettibili e una particolare sensibilità per le prospettive cinematografiche sembrano anticipare i film tridimensionali disegnati al computer che oggi spopolano nelle sale.
Le nove sezioni della mostra suddividono per decenni l’evoluzione del personaggio dagli anni Trenta fino all’attualità. Dalla Fondazione Franco Fossati provengono le copie più preziose diventate oggetto da collezione. Ormai introvabile il primo numero. Rarissimo anche quello del 1935 che segna il passaggio dal primo editore alla Mondadori. Fuori misura il volume alto mezzo metro pubblicato nel 1933.
Negli albi degli anni Quaranta compaiono lettere di una giovanissima Gina Lollobrigida e di Romano Scarpa, il compianto disegnatore veneziano divenuto celebre in séguito. Nel 1941 per volere della censura fascista si passò dalle nuvolette alle didascalie nell’impostazione della pagina.
Un capitolo a parte è dedicato ai regali allegati al giornalino. Dal Topowalkie, che fece registrare una tiratura record di un milione e centomila copie, ai binocoli, alla macchina fotografica fino all’orologio ecologico. Linee editoriali diverse, infatti, si sono succedute.
Dal 1949 al 1980 con la direzione di Mario Gentilini si affermano rubriche di divulgazione enclopedica: “Salvator Gotta risponde a…”, “Se lo sai rispondi”, “La segretaria per tutti”. Conquistano migliaia di iscritti i Trofei per i giovani sportivi in quaranta specialità diverse e il Club di Topolino. Con Gaudenzio Capelli trovano più spazio l’attualità, l’ecologia e l’impegno civile.
Prestigiosi e numerosi i collaboratori della testata, tra i quali si possono ricordare nomi illustri come Enzo Biagi, Michele Serra, Indro Montanelli, Giulio Giorello, Giuseppe Turani o Vittorio Feltri. Oppure personalità di primo piano dello spettacolo come Mike Bongiorno, Fiorello, Claudio Bisio, Fabio Fazio, Aldo Giovanni e Giacomo. Oltre a scritti e disegni, i visitatori possono divertirsi con le applicazioni sulle nuove tecnologie, i giochi e l’iniziativa “Salviamo le parole” curata da un Alessandro Bergonzoni in versione “paperizzata”.
Museo del Fumetto, Spazio Wow, viale Campania 12, Milano - tel 02.49524744
Dal martedì al venerdì ore 15-19; sabato e domenica ore 15-20. Ingresso 5€, ridotto 3€. Chiuso 8/12, 25/12, 26/12, 1/1, 6/1