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Addio a Wondy, sfidò il tumore con l'ironia e il sorriso

Giornalista e scrittrice, Francesca Del Rosso ci ha lasciato a 42 anni

Ha perso l'ultima battaglia, ma la guerra l'ha vinta lei. Francesca Del Rosso ci ha lasciato a soli 42 anni, piegata da quel cancro che l'aveva colpita sei anni fa.

Anche prima di allora era Wondy, come i suoi amici la chiamavano da sempre. Wondy come Wonder Woman, una supereroina del quotidiano. Non riusciva a stare ferma, Francesca, sempre piena di entusiasmo per tutto quello che la vita le offriva.

Era giornalista dal 1995. Aveva cominciato con Sei Milano, la prima allnews cittadina fatta di videocamere e tanto entusiasmo, poi aveva lavorato in Rai, quindi era stata assunta nella neonata Radio 24 (lei che aveva una voce da bambina che al microfono si trasformava in piacevole ruggito) e poi era toccato al gruppo Rcs, da Agr fino a Corriere.it. Nel frattempo una seconda laurea, un matrimonio, due bellissimi figli, tanti progetti e tre libri.

Nell'estate del 2010, poco prima di partire per uno dei suoi tanti viaggi (Francesca amava tantissimo girare il mondo), spuntarono quei "sassolini" al seno, come lei li chiamava. E da quel momento Wondy uscì allo scoperto, iniziò la sua battaglia contro il cancro da vera Wonder Woman. Mise al servizio degli altri i suoi superpoteri. Nel 2014 uscì per Rizzoli "Wondy - ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro", un diario scritto col sorriso su come affrontare la malattia, la chemio, il dolore da persone vive, non da malati. Francesca voleva la normalità, convinta com'era che il tumore andasse affrontato a viso aperto, senza nascondersi. Non amava le parrucche, anzi sfoggiava la sua testa liscia con orgoglio. Si definiva una "tumorata da Dio", si "vantava" delle sue tette nuove di zecca dopo l'operazione.

Aprì anche un blog per condividere storie e speranze, "Le chemioavventure di Wondy", che ha aggiornato fino a pochi giorni fa. "Io sono come Angelina Jolie. O quasi. A parte il discorso estetico, che nemmeno mi metto ad approfondire, sono molto simile alla splendida Jolie. Non solo ci accomuna la estrema attrazione verso Brad Pitt (e mi sa che siamo in tante ad averla…), ma anche il gene Brca1 e soprattutto il pensiero, il motto, la filosofia di vita che sostiene un concetto ma facile facile: meglio prevenire che curare", scriveva tre anni e mezzo fa, giusto per capire il tenore dei suoi post. Lanciò anche la campagna social #CancroNonParole, un appello per non usare la parola cancro in modo improprio.


A fine settembre era uscito per Mondadori "Breve storia di due amiche per sempre", il libro di una vita, dove le due protagoniste sembrano riassumere tutte le caratteristiche di Francesca, in pagine che in controluce raccontano molto del suo mondo e della vitalità che lo alimentava.

"Più il tumore avanzava, più lei scovava motivi e occasioni per fare feste, organizzare eventi, viaggi, iniziative: 'Chissà quanto vivrò ancora, avanti, festeggiamo' ", ricorda il marito, il giornalista Alessandro Milan, nel suo toccante post di saluto pubblicato sui social. Ed è così che ha vinto la sua guerra