A Tgcom24 il Coordinatore del Centro Studi Cgia Mestre: "Serve un'azione incisiva di"contrasto al lavoro nero"
Nel Sud e nelle Isole il numero delle pensioni erogate è nettamente superiore a quello dei lavoratori. Una tendenza che purtroppo non si attenuerà e sulla quale bisogna intervenire: "Questo trend nei prossimi anni aumenterà a fronte del declino demografico e costituisce un problema", spiega a Tgcom24 Paolo Zabeo, Coordinatore del Centro Studi Cgia Mestre.
Nel breve periodo, infatti, la situazione è destinata a peggiorare, anche al Centro-Nord. Tra il 2025 e il 2029, si stima che poco più di 3 milioni di italiani lasceranno il posto di lavoro. Di questi ultimi, 2.244.700 (pari al 74 per cento circa del totale) riguarderanno persone che lavorano nelle regioni centro settentrionali. Questi dati non lasciano alcun dubbio: nel giro di qualche anno assisteremo a una vera e propria “fuga” da scrivanie e catene di montaggio, con milioni di persone che passeranno dal mondo del lavoro all’inattività con conseguenze sociali, economiche e occupazionali di portata storica per il nostro Paese.
Come invertire questa tendenza? "Bisogna aumentare la platea di coloro che lavorano e pagano contributi previdenziali e tasse - commenta ancora Zabeo - . Serve un'azione incisiva di contrasto al lavoro nero, riportare a galla il lavoro sommerso, aumentare il tasso di occupazione di giovani e donne, che in Italia è il più basso in Ue"." Sono numeri impietosi per sostenere la previdenza ma anche la sanità, aggiunge il coordinatore della Cgia - . E' un problema che riguarda anche le aziende che faticano a trovare un cambio generazionale nelle maestranze".