Al centro del recente convegno "Il lavoro che verrà" l'auspicio della creazione di un ecosistema formativo tra scuola, università e impresa
"'Il lavoro che verrà. Scuola università e impresa. Dialogo tra innovazione scientifica e cultura umanistica' era proprio il titolo del convegno in cui abbiamo cercato di sviluppare due direttrici", afferma a Tgcom24 Sergio Destito della Pontificia Università della Santa Croce.
"La prima - continua - era ragionare sul lavoro che verrà, che non deve essere isolato, ma integrato all'interno di un ecosistema formativo tra scuola e università, quindi il mondo educativo, e il mondo delle imprese. Auspichiamo che ci sia sempre di più una maggiore alleanza, perché i giovani non possono affrontare le sfide epocali soltanto attraverso la trasmissione di conoscenze".
"Se guardiamo l'Austria, la Germania, la Svizzera - è il paragone che fa Destito, - questi Paesi hanno tassi di disoccupazione giovanile più bassi rispetto all'Italia. E questo è dovuto al fatto che hanno realizzato questo ecosistema formativo integrato".
"Questa è la chiave del successo, - conclude. - Possiamo ridurre i numeri della disoccupazione giovanile soltanto se i tre comparti, scuola, università e impresa, ognuno con la propria dignità, con la propria specificità, possono collaborare".